Una riunione della commissione Antimafia (foto LaPresse)

In commissione antimafia il cambiamento non è pervenuto

Massimo Bordin

Morra presidente, Santelli vice. Ma molto peserà, al solito, il ruolo dei consulenti

La nuova commissione antimafia, uno strumento parlamentare sulla cui molto relativa utilità qui si è già scritto abbastanza, ha da ieri il suo ufficio di presidenza. Presidente è stato eletto, come era nelle previsioni, il senatore penta stellato Nicola Morra, un professore di storia e filosofia nei licei che parla con notevole proprietà di linguaggio e varietà di parole. Nel suo gruppo decisamente una mosca bianca. Le sue tesi sulla democrazia rappresentativa non sempre paiono rassicuranti ma non si possono definire raffazzonate ed è forse questo a inquietare. C’è stata polemica sul modo in cui l’ufficio di presidenza è stato votato, escludendo il Pd a vantaggio di Forza Italia. La vice presidente eletta, Jole Santelli, forzista e avvocata, ha comunque un profilo certamente non omogeneo con l’impostazione grillina, e leghista, in materia di contrasto alla criminalità mafiosa e dunque una certa dialettica dovrebbe essere assicurata comunque al vertice di una commissione che non rientra fra quelle cosiddette di garanzia. L’esperienza insegna che sui lavori molto peserà il ruolo dei consulenti e sarà utile seguirne la nomina e l’operato. Paradossalmente si ritrova intanto nella dichiarazione di intenti del neo presidente, affidata al “Blog delle stelle”, più continuità che cambiamento rispetto all’impostazione della precedente presidenza tenuta da Rosy Bindi.

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