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Raggi e la guerra dei mondi a Roma

Marianna Rizzini

Sinistra grillina contro Lega e viceversa. Posta in gioco: sicurezza e successione in comune

Roma. Va in scena già, sotto il cielo di Roma, la guerra dei mondi Lega-Cinque Stelle, in attesa che Virginia Raggi venga giudicata nel processo per falso sul caso Marra (sentenza attesa il 10 novembre). Il consigliere comunale Maurizio Politi, passato da Fratelli d’Italia alla Lega, ha espresso un’opinione non ufficiale ma capace di raccontare un clima: Raggi si deve dimettere non per guai giudiziari, ma per i disastri combinati. E Raggi ribatterà stasera, a “Piazzapulita”, su La7 (trapela intanto dalle anticipazioni il nucleo della risposta: “La Lega può cominciare a fare campagna elettorale tra tre anni, noi continuiamo a lavorare”). E se Salvini, dopo lo stupro e l’assassinio della sedicenne Desirée Mariottini a San Lorenzo, ha fatto capire di voler “tornare con la ruspa” per “rimediare al tempo perduto” (da Raggi sulla sicurezza?), l’assessore a Cinque Stelle alle Politiche Sociali Laura Baldassarre, su Fanpage.it, ha criticato il dl sicurezza per i suoi effetti su Roma: “Siamo preoccupati, speriamo che il decreto possa essere cambiato in Parlamento per la parte che riguarda il sistema di accoglienza dei migranti…1.050 uscirebbero dal sistema d’accoglienza e aumenterebbero le situazioni di illegalità”. In particolare, Baldassarre individua i punti problematici nel taglio di fondi ai centri Sprar, con ricaschi sulle politiche “di inclusione”. E l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori (come il vicesindaco Luca Bergamo), appare poco salviniano in tema di sgomberi. Senonché, quando il vicesindaco Bergamo è apparso a un convegno in un palazzo occupato dell’Esquilino, Salvini ha fatto sapere di voler insistere sull’inflessibilità. Intanto, sul Fatto quotidiano, l’ex direttore e cofondatore Antonio Padellaro, loda apertamente lo stile politico del vicesindaco Luca Bergamo, durante il confronto tv da Lucia Annunziata con le sei organizzatrici della manifestazione “Roma dice basta” di sabato scorso. “Chi è al governo rispetti i giornali e prenda esempio dal vice di Raggi”, scrive Padellaro perché il governo Salvini-Di Maio intenda. Il vicesindaco, racconta Padellaro, ha detto di essere negli studi Rai “perché i cittadini vanno sempre ascoltati anche quando chi governa non condivide le critiche che gli vengono rivolte… e ha cercato di rimediare alla sbagliatissima reazione a caldo di Raggi, che aveva liquidato la protesta come espressione del Pd e degli ‘orfani di mafia capitale’ ”, dimostrando di “conoscere la differenza tra comandare e governare, insultare e ascoltare”. E se la Lega sonda nomi per la successione a Raggi (Giorgia Meloni? Barbara Saltamartini? Giulia Bongiorno?), sul referendum radicale per la messa a gara del trasporto pubblico locale dell’11 novembre, è sbilanciata sul “no”, su posizione passatista (e anti-liberista).

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.