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A Roma i partiti si preparano alla caduta di Raggi

Gianluca De Rosa

La Lega è sbarcata a Roma promettendo di esprimere il prossimo primo cittadino, intanto a sinistra qualcosa di nuovo si sta muovendo

Roma. Virginia Raggi è come scomparsa. Il 27 ottobre sarebbe dovuta partire per Buenos Aires per un impegno istituzionale, invece, per stare “vicina ai romani” durante il maltempo è rimasta a Roma. Eppure è come se non ci fosse. Da giorni nessun appuntamento e domenica la partenza per Auschwitz per il consueto viaggio della Memoria con gli studenti. Il ritorno sarà il 7 novembre, giusto in tempo per ascoltare, il 10, la sentenza nel processo Marra, dov’è imputata per falso. E’ forse questa la ragione che spiega l’improvvisa invisibilità. La condanna equivarrebbe all’obbligo di dimettersi, come previsto dal codice etico del MoVimento 5 Stelle. E così mentre nel suo entourage si riflette su come, nel caso, evitare le dimissioni, gli altri schieramenti si preparano alla sua eventuale caduta.

 

Si spiegano anche così gli attacchi degli ultimi mesi della Lega alla sindaca. Il Carroccio è sbarcato a Roma promettendo di esprimere il prossimo primo cittadino. Negli ultimi giorni è partito il totonomi: Barbara Saltamartini? Giulia Bongiorno? Salvini ha rilanciato la candidatura di Giorgia Meloni. Come dire: il candidato lo esprimiamo noi, ma se Fratelli d’Italia ci tiene, cara Giorgia, ti candidi tu. Da Forza Italia intanto, il silenzio.

 

A sinistra invece qualcosa si muove. In Campidoglio è arrivata “Italia in Comune”, il partito di sindaci e amministratori locali di Federico Pizzarotti. Martedì durante una conferenza stampa è stato lanciato il progetto per Roma, che, dice il Pizza: “E’ stata sacrificata dal M5s sull’altare della popolarità nazionale”. Le colonne del movimento a Roma saranno probabilmente Giovanni Caudo (presente in sala) e Amedeo Ciaccheri. I due presidenti dei municipi III e VIII che a giugno hanno vinto come civici di sinistra con il sostegno del Pd. All’ex assessore all’Urbanistica della giunta Marino, non dispiacerebbe tornare a palazzo Senatorio sullo scranno più alto. E così mentre Matteo Renzi cerca di costruire i suoi comitati civici, Zingaretti già lì ha e potrebbe affidarsi a loro per creare una candidatura del “centrosinistra più largo del Pd” a Roma.

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