Silvio Berlusconi e Matteo Salvini (foto LaPresse)

Alle elezioni l'unico scontro interessante è quello tra Lega e Forza Italia

Massimo Bordin

Il M5s, coalizioni aiutando, dovrebbe rimanere terzo. Il Pd non sembra poter sperare in grandi rimonte. E le prospettive di Liberi e Uguali non sono rosee, tantomeno rosse

Manca poco tempo ormai alla sparizione dei sondaggi da carta stampata e schermi televisivi. Resteranno in rete truccati da corse di cavalli, camuffamento possibile solo in un mondo immateriale dove qualcosa di proibito si maschera da qualcosa che praticamente non esiste più. La prudenza è naturalmente d’obbligo e va ricordato come cinque anni fa, per le ultime elezioni politiche, si verificò il massimo dello scollamento fra previsioni e risultati reali. Qualcosa viene comunque fuori da una sequenza molto lunga, iniziata ben prima dello scioglimento del Parlamento. Intanto un dato si può ricavare sul M5s. L’impressione di alcuni mesi fa era quella di una cavalcata travolgente che Mentana descriveva da par suo dallo studio del Tg di La7. Non finirà come a Balaklava ma da oltre un mese sembra proprio che i cavalli segnino il passo. Coalizioni aiutando, il M5s potrebbe restare terzo. Il Pd potrà pure recuperare qualcosa, anche in questo caso grazie alle coalizioni e in particolare alla lista europeista il cui punto di riferimento effettivo può essere considerato il ministro Calenda, ma è saggio da parte dei dirigenti del Pd non sperare in grandi rimonte. L’esperienza del referendum dovrebbe averli vaccinati. Quanto ai Liberi e Uguali, apparentemente fermi fra il 6 e il 7 per cento, qualche esperto sostiene che la curva dei loro sondaggi ricorda finora in modo inquietante quella della lista Sinistra Arcobaleno che nel 2008 mancò il quorum. Forse si tratta di pessimisti ma le prospettive non sono rosee, tantomeno rosse. Ne consegue che l’unico scontro interessante, e soprattutto ancora aperto, è quello che si gioca all’interno del centrodestra. A parte sorprese da parte del Pd.