Emmanuel Macron (foto LaPresse)

Macron come Salvini

Maurizio Crippa

La strana coppia unita dal militarismo educativo: entrambi a favore del servizio militare obbligatorio. Scopo non belligerante, ma formativo

Poi dite che Salvini non è, sotto sotto, europeista. Poi dite che Macron non è, in fondo in fondo, un sovranista. A tenerla unita, la strana coppia, c’è almeno questo: il militarismo educativo. Il presidentissimo napoleonico, che il soldato non l’ha fatto, ha annunciato che il servizio militare tornerà, “nazionale, obbligatorio e universale”. Da tre a sei mesi, anche per le ragazze. Scopo non belligerante, ma formativo: con la divisa e lo schioppo in spalla, i giovani potranno rafforzare il loro senso di appartenenza alla République e imparare rispetto, disciplina e fraternité.

 

La nostra sentinella lombarda, che già fu un fante, il ritorno alla naja obbligatoria lo ha messo in una proposta di legge. Lo vuole su base regionale (ohibò) per sei mesi: “Farebbe il bene di tante ragazze e ragazzi”. Per lui civile o militare è uguale, ma meglio militare: educa all’uso razionale delle armi, scongiurando le recenti tendenze al tirassegno. Salvini, poi, vorrebbe farlo fare soprattutto agli immigrati: rubando, a sua insaputa si suppone, il logo alla Legione Straniera. Ma i due guerrafondai non sono, si sentono educatori autorizzati. Ma se il sugo della faccenda è socializzare, e imparare a sentirsi parte di una comunità, non bastano le colonie estive dei Figli della Lupa, o i boy-scout, o la coscrizione obbligatoria in qualche Rotary Club? Ma soprattutto, vivaddio, avvertire o meno il senso d’appartenenza sarà o no un diritto individuale, tipo il suicidio? E poi dite che quello poco liberale è Kim Jong-un.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"