(foto Ansa)

bandiera bianca

A che serve una legge per favorire le librerie indipendenti se non legge nessuno?

Antonio Gurrado

La Regione Veneto ha approvato una nuova norma a tutela degli esercizi più piccoli. Ma siamo sicuri sia davvero utile in un paese come il nostro?

Scusate il ritardo ma – travolta dalle notizione sul caldo e sul traffico – mi era sfuggita una legge che la Regione Veneto ha approvato qualche giorno fa in favore delle librerie indipendenti. Ottima legge, che finanzia (fonte Ansa) con centomila euro già solo per quest’anno il sostegno alle reti associative tra librerie indipendenti, l’aggiornamento e la crescita professionale degli operatori di settore, la collaborazione fra esercizi commerciali, case editrici e istituti culturali. Ottima legge, che prevede contributi a fondo perduto per l’avvio di nuove librerie indipendenti nelle aree più neglette, riconoscendo il loro ruolo di aggregatori sociali.

Ottima legge, che è nata da uno spunto di Europa Verde ma cui ha lavorato l’intera Commissione cultura, da destra a sinistra, così che in Consiglio comunale passasse in carrozza riscuotendo poi dichiarazioni a buon diritto orgogliose da parte di esponenti della maggioranza e dell’opposizione. Ottima legge, che dal Veneto illuminato meriterebbe di essere estesa a tutta Italia, e che sarebbe completamente inutile se solo gli italiani leggessero davvero, notassero le librerie indipendenti ed entrassero incuriositi per comprare un po’ di quei robi parallelepipedi, com’è che si chiamano? I libri.

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