La foto ufficiale di Downing Street, a sinistra, è stata modificata da alcuni burloni online 

bandiera bianca

Cosa ci insegna la birra (fake) di Rishi Sunak

Antonio Gurrado

La foto del premier birtannico che spilla una pinta è stata modificata da qualche burlone del web. Ma i veri deepfake non sono generati dall’intelligenza artificiale, bensì radicati nella nostra stupidità naturale

Il deepfake del primo ministro britannico che spilla una pinta di birra trae rilevanza non dall’evenienza che Rishi Sunak sia notoriamente astemio – stava servendo qualcun altro durante un festival del luppolo – ma dalla circostanza che la pinta risulti orrendamente versata, un deprimente gorgo di schiuma e risciacquo. Ciò nell’immagine falsificata dall’intelligenza artificiale; non invece nella realtà, dove la pinta preparata dal primo ministro era ammirevolmente uniforme e rorida. Uno sventato deputato laburista ha diffuso sui social l’immagine fasulla, credendola vera, ed è stato rimbrottato da maggioranza e opposizione per esserci cascato in modo tanto ingenuo.

  

Il punto, a mio avviso, è tuttavia un altro: per qual mai ragione un deputato dovrebbe avere interesse a segnalare che il primo ministro è un cane a spillare birra? Forse presume che gli elettori scelgano i propri rappresentanti in base alle doti da bartender, ma è falso. Forse ritiene i follower convinti che, se uno non sa versare una pinta come si deve, allora non saprà neanche governare uno stato, ma è falso. Forse pensa che la maniera più veloce di vincere le elezioni sia esporre l’avversario al pubblico ludibrio per futili motivi, ma è falso perfino questo. A riprova di come i veri deepfake non siano generati dall’intelligenza artificiale ma radicati nella nostra stupidità naturale: questi sono la causa, quelli la conseguenza.