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bandiera bianca

Il caso Lizzo e l'amore per se stessi

Antonio Gurrado

La star americana nota per il suo sostegno alla "body positivity" è ora accusata da tre collaboratrici. Ma non c'è bisogno di stupirsi, bisogna accettarsi anche quando si è stronzi

Ma come, dicono tutti, proprio Lizzo, la star che ha fondato il proprio successo sulla body positivity e sull’amore per sé stessi? Eppure dalle cronache emerge quanto segue: la star che ha insegnato ai fan che se si è neri o se si è bianchi va bene essere neri o essere bianchi, se si è magri o se si è grassi va bene essere magri o essere grassi, bon, la star eccetera eccetera viene ora accusata da tre collaboratrici di, rispettivamente, averne molestata una in un night, di averne licenziata in tronco un’altra umiliandola coram populo e, addirittura, di avere criticato la terza per aver messo su peso, proprio Lizzo che pesa centoquaranta chili ed è felicemente body positive.

Poi, certo, sono tutte accuse unilaterali e magari Lizzo ne esce più pulita di Kevin Spacey; fatto sta che tanto stupore appare malriposto. L’amore per sé stessi predicato da Lizzo, e divenuto l’unica vera religione dei nostri giorni, prevede sì che se si è neri o se si è bianchi vada bene essere neri o essere bianchi, se si è magri o se si è grassi vada bene essere magri o essere grassi, ma anche che se si è stronzi non c’è problema, va benissimo essere stronzi. In fondo è amore per sé stessi, mica per gli altri.

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