(foto Ap)

Bandiera Bianca

Ricordare Turing per il suo orientamento sessuale è riduttivo

Antonio Gurrado

Mettere una statua del matematico inglese a Trafalgar Square solo perché omosessuale ne sminuisce le grandi doti da scienziato: se fosse stato etero non andava bene?

Mi appassiona sempre più la sorte del quarto plinto di Trafalgar Square, formalmente vuoto in attesa di una statua equestre a Elisabetta II, provvisoriamente concesso a opere d’arte contemporanee installate a breve termine, idealmente occupato da questo o quell’attivista che ogni tanto salta su per avocare quello spazio a un monumento dedicato a [inserire di volta in volta una causa alla moda]. Adesso non so quale associazione per i diritti arcobaleno sta rivendicando che sul quarto plinto venga eretta un’effigie di Alan Turing, a simbolo del contributo fornito dalle persone LGBT alla vittoria nella seconda guerra mondiale. Che è un modo un po’ spiazzante di porre la questione: come la morte, alla fin fine la guerra è una livella, che manda in frantumi le differenze più o meno capziose su cui ci accaniamo in pace, annichilendole nel comune tentativo (spesso vano) di sopravvivere.

Allo stesso modo di molte persone, a cominciare da Elisabetta II, Alan Turing meriterebbe sì di stare sul quarto plinto: in quanto scienziato, in quanto pioniere dell’innovazione tecnologica più decisiva dei nostri tempi, in quanto eroe di guerra capace di decrittare i codici tedeschi. Mettercelo per via dell’orientamento sessuale non è un po’ riduttivo? Se fosse stato etero, non se lo sarebbe meritato comunque?

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