(foto LaPresse)

Bandiera Bianca

Il vaste programme di Autostrade per l'Italia: "abolire il fato" entro il 2050

Antonio Gurrado

La società autostradale si pone come obiettivo di qui a vent'anni quello della "zero fatalità": forse siamo davvero un "Paese meraviglioso", come recitano i cartelloni pubblicitari

Sono in un Paese meraviglioso: come molti italiani trascorrerò gran parte di questo ponte in autostrada e me lo dicono i cartelli promozionali per i turisti. Tuttavia - più dei misteriosi nomi esotici dei panini delle stazioni di servizio, più del fatto che fermarsi a mangiare un panino in una stazione di servizio affollata durante un ponte sia il migliore spot possibile contro il suffragio universale - mi colpisce lo slogan che campeggia su uno schermo: entro il 2050, Autostrade per l’Italia si pone come obiettivo “zero fatalità”. Obiettivo singolare se si considera che, vocabolario alla mano, “fatalità” è un termine che ha a che fare con il fato, il destino o il caso o come vogliamo chiamarlo; con l’imponderabile che sfugge al nostro controllo, non importa quanto ci impegniamo nella programmazione.

Ne deduco che ha un bel dire Mallarmé che un colpo di dadi non abolirà mai il caso; a quanto pare, il caso (quello che, quando riparto dopo il panino, mi fa temere che la macchina sfugga al mio controllo e patatrac) sarà abolito da Autostrade per l’Italia. Non subito, per carità, ma entro il 2050. Siamo davvero in un Paese meraviglioso.

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