Il presidente ucraino Zelensky e i suoi militari (LaPresse)

bandiera bianca

Dalla Prussia all'Ucraina. Perché misuriamo la storia (e le guerre) col contagocce anziché a galloni?

Antonio Gurrado

Non abbiamo più pazienza e sotto sotto auspichiamo che una situazione incancrenita da trent’anni possa risolversi all’improvviso con una bella dormita. O forse è solo colpa del bollettino quotidiano della protezione civile sul Covid

Allora, sono giorni di guerra – nel senso letterale del termine, non c’è angolo in cui si rifugga dalla tentazione di sgranare minutamente la cronologia del conflitto: siamo al secondo giorno di guerra, al quinto, al dodicesimo… Quest’oggi apprendo che siamo al ventunesimo giorno e provo ad azzardare una ricostruzione storica. Al ventunesimo giorno della Seconda guerra mondiale viene assassinato il primo ministro della Romania. Al ventunesimo giorno della Prima guerra mondiale i tedeschi sconfiggono i russi nella battaglia di Stallupönen. Al ventunesimo giorno della Guerra franco-prussiana i tedeschi (sempre loro) hanno appena prevalso nella battaglia di Reichshoffen. Al ventunesimo giorno della Terza guerra d’indipendenza, pure rapidissima, il generale Cialdini non ha ancora conquistato Rovigo.

 

Continuo? Meglio chiedermi come mai privilegiamo la misurazione della storia col contagocce anziché a galloni: forse perché ci manca il bollettino quotidiano della protezione civile? Forse perché non abbiamo più pazienza e sotto sotto auspichiamo che una situazione incancrenita da trent’anni possa risolversi all’improvviso con una bella dormita e la pace scoppiare da un giorno all’altro? Per evidenziare la sensatezza di quest’approccio propongo una variazione nella nomenclatura bellica: non più Seconda guerra mondiale ma guerra dei duemilacentonovantatré giorni, non più Prima guerra mondiale ma Guerra dei millecinquecentosessantasette giorni, non più Guerra franco-prussiana ma Guerra dei duecentonovantacinque giorni, non più Terza guerra d’indipendenza ma Guerra dei cinquantatré giorni, non più Guerra dei trent’anni ma Guerra dei diecimilanovecentocinquanta giorni esatti, non più Guerra dei cent’anni ma Guerra dei quarantaduemilatrecentoquaranta giorni e rotti.

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