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Bandiera bianca

Quanto vale la lettura in Italia? Ce lo dice un cartello al mercato del libro antico

Antonio Gurrado

Ogni mese, in piazza Diaz, a Milano tra dandy e curiosi semicolti si può comprendere l'esatta caratura del mondo libraio nostrano

Ogni mese, in piazza Diaz a Milano, col nuvolo sereno e ogni tempo si tiene un tradizionale mercato del libro antico, che si declina in un’accezione molteplice abbastanza da coprire tanto le rarità pregiatissime quanto la paccottiglia da remainder. Nel mezzo, tutto quello che l’editoria ha da offrire – meglio: quello che l’editoria ha offerto negli ultimi decenni e che il mercato rigurgita in un modo o nell’altro. Come Gesualdo Bufalino andava allo stadio per guardare gli spettatori, io vado in piazza Diaz per guardare gli acquirenti.

Ne deduco che esiste una élite di facoltosi, o forse solo di dandy, che nutre rapporti di stima reciproca con selezionatissimi bancarellai, dai quali compra volumi antichi, stampe pregiate, libri-oggetto che hanno in introvabilità e spesa la misura del proprio valore. C’è poi una classe media di curiosi semicolti (disclaimer: i semicolti, quorum ego, in Italia passano per eruditi) che scansionano con lo sguardo la costa di ogni singolo volume, i più temerari affondandoci i polpastrelli, mossi dalla convinzione che in quella massa cartacea si celi una e una sola occasione dal vantaggiosissimo rapporto qualità/prezzo, sfuggita a un libraio distratto.

Ma la vera folla si accalca attorno ai banchetti sotto il porticato di piazza Duomo, dove si perde ogni antichità e rarità e il libro viene rivenduto per quel che è: una merce parallelepipoidale eccezionalmente sotto forte sconto. Lì non vale più né contenuto né forma ma solo il fatto che costi meno di quanto costerebbe altrove. Ed è lì, nella selva di braccia che si protendono verso edizioni antiestetiche di classici, novità troppo presto tramontate, manuali non aggiornati e altra cellulosa sottratta alle foreste, lì dove è impossibile anche solo allungare il collo per rendersi effettivamente conto di cosa si venda frammezzo a quella ressa, è lì che un cartello stampato in grande dà l’esatto valore della lettura per gli italiani. Tre euro.

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