L'analisi

Non esiste più alcun confine tra la fiera tecnologica e la vita di tutti giorni

Le esposizioni sono ormai un'occasione per riempire gli alberghi fuori stagione, la tecnologia è parte integrante del quotidiano. Quattro passi all'Ifa a Berlino

Andrea Trapani

Ifa chiude la stagione delle grandi fiere tecnologiche. A Berlino è una manifestazione che fa parte della vita della città, nel primo giorno di apertura al pubblico - rigorosamente il venerdì - diventa la meta prediletta di intere classi delle scuole superiori che affollano i padiglioni che, nei giorni successivi, diventano un nuovo parco urbano dove svagarsi con la famiglia.

 

La fiera della tecnologia di consumo

Una situazione che non ha pari in altre città del mondo. A Las Vegas i nerd sono gli unici veri protagonisti del Ces - una sorta di trasposizione di “The Bing Bang Theory” nella vita di tutti i giorni - mentre a Barcellona il Mobile World Congress viene vissuto più come un’occasione per riempire gli alberghi fuori stagione che come una storia d’amore tra la città e la fiera.

Eppure la tecnologia fa parte della vita di tutti i giorni, Ifa è nata proprio con questo scopo. Quest’anno si festeggia la 99esima edizione e gli elettrodomestici per la casa sono i protagonisti come nel 1924, anche se non esiste più alcun confine tra le varie manifestazioni B2B. Qualunque sia l’oggetto della fiera, la casa come la telefonia mobile, la connettività è il fil rouge che accomuna tutto, da un’auto a un forno.

 

La connettività non risolverà da sola i problemi del mondo

Insomma tutto è connesso, tutto è nuovo e tutto è sostenibile. La tecnologia al consumo sfiora i 400 miliardi di dollari, un volume d’affari superiore al pre-pandemia, ma si intravedono i numeri di una piccola crisi. Anche in Italia, dove i dati sono migliori di quelli mondiali, nel primo semestre di quest’anno si è registrata una tendenza negativa pari al 5 per cento.

Per superare le difficoltà non basta raccontare una sorta di tecnologia salvifica. Accanto alla realtà, non mancano gli spot emozionali dove si risolve tutto con una soluzione ad hoc. In realtà non è così.

 

La (vera) storia dietro al boom dei power bank per la famiglia

C’è una narrazione che si scontra con la realtà, il leitmotiv di molti stand è uguale l’uno all’altro: è vero che mancano le grandi novità, ma camminando tra i padiglioni sembra bizzarro immaginare milioni di persone pronte a fare un picnic - rigorosamente con un Van elettrico - dove l’unica necessità familiare è quella di avere energia in una valigia portabile per salvare la gita fuori porta.

Una situazione abbastanza surreale per accessori che costano come una settimana in un buon hotel. In realtà dietro a questo racconto c’è un’altra storia, ben più dolorosa: alcuni protagonisti del settore confidano che la diffusione di questi prodotti è figlia del conflitto in Ucraina che ne ha fatto crescere la domanda durante le carenze energetiche nelle aree colpite dalla guerra.

 

La paura dei costi energetici

I risvolti della guerra sull’economia sono il sottinteso sapiente di ogni manifestazione che si è svolta dopo l’aggressione della Russia. Secondo una ricerca presentata da Samsung, in parallelo all’aumento dei prezzi dell’energia in tutta Europa, il 72 per cento degli intervistati si dichiara preoccupato per il costo degli elettrodomestici in funzione. Per aiutare a contrastare questo fenomeno, sono arrivate soluzioni per ogni necessità: il risparmio di energia elettrica e acqua è un must per ogni nuovo modello. Anche perché sette consumatori su dieci concordano sul fatto che la tecnologia abbia un impatto positivo sulla vita quotidiana, comprese le modalità di interazione con amici e familiari, la gestione delle faccende domestiche e anche gli hobby. Il mercato sa adattarsi anche a questo: per l’intelligenza artificiale e il metaverso ci saranno le prossime edizioni. Quest’anno vince il pragmatismo: rassicurare i clienti è quel che conta.

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