Elon Musk (LaPresse)

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Bye bye Twitter: ecco X, un'antica ossessione di Elon Musk

Pietro Minto

Il visionario imprenditore cambia logo al suo social e ora vuole trasformarlo in una “super app”, che può tutto: leggere notizie, pubblicare foto, pagare le tasse, prenotare il dottore. Ma la sensazione è che ai piani alti dell'azienda non abbiano capito a cosa serve (o serviva) il social network, né chi lo utilizzava
 

Si è fatto molto complesso decifrare Elon Musk. Sarà, come sostengono i suoi fan, che è un genio e come ogni genio ha comportamenti imperscrutabili per noi miseri mortali; sarà, come ha rivelato recentemente il Wall Street Journal, che fa uso di ketamina, tranquillante per cavalli che utilizza come antidepressivo, cosa che potrebbe spiegare alcune sue stranezze. Di sicuro c’è solo una cosa: a Musk piace la lettera X. Non deve stupire, quindi, il fatto che Twitter abbia cambiato logo (e forse nome) optando per una X bianca su sfondo nero, dopo un annuncio arrivato nel fine settimana dal profilo Twitter (o profilo X?) dell’imprenditore stesso. 


Sono ormai mesi che Musk dichiara che il suo obiettivo è trasformare il social in una “super app”, un servizio come la cinese WeChat, con cui è possibile fare tutto: leggere notizie, pubblicare foto, pagare le tasse, prenotare il dottore. Musk non è l’unico occidentale a sognare di importare il modello delle super app cinesi ma è l’unico a possedere un social network in profonda crisi, ed è quindi disposto a provarci.  X non è la prima azienda con questo nome guidata da Musk: la prima si chiamava X.com ed era una banca online che co-fondò nel 1999. Già all’epoca, Musk aveva progetti bislacchi e ambiziosi; già all’epoca, i soci facevano fatica a contenerlo e lo costrinsero a fondere X.com con un’altra azienda, Confinity, da cui sarebbe poi nata PayPal. Quando PayPal fu comprata da eBay nel 2002, tutti gli interessati divennero ricchissimi. Tra loro, anche Musk, che nel frattempo aveva imparato una lezione: accumulare più potere possibile all’interno delle “proprie” aziende, in modo da non dover scendere a compromessi. Un mantra che da allora ha seguito con Tesla (che non ha fondato ma comprato dai suoi creatori originari), SpaceX (ancora quella X) e le altre sue imprese, tra cui Twitter, dove il vecchio sogno della X è tornato a guidare le sue azioni. 

 

Nel 2017, Musk ha ricomprato da PayPal il vecchio dominio del sito X.com, che da oggi reindirizza a Twitter.com. L’assurda catena di eventi con cui Musk ha prima fatto un’offerta altissima per Twitter, poi l’ha ritirata e infine è stato costretto ad accettare la propria offerta iniziale ha fatto il resto: ora Twitter può finalmente diventare X, qualunque cosa voglia dire. A Linda Yaccarino, nuova ceo del social, è toccato l’onere di giustificare la novità, dichiarando che “X è lo stadio futuro dell’interattività senza limiti – centrato sull’audio, video, messaggi, pagamenti/banche – in grado di creare un mercato globale per idee, beni, servizi e opportunità”. E le intelligenze artificiali? In questo coacervo di buzzword possono forse mancare le intelligenze artificiali? Certo che no: “Grazie alle inelligenze artificali”, ha aggiunto la ceo, “X ci connetterà tutti in modi che stiamo solo cominciando a immaginare”. E poi, ancora: “Non ci sono assolutamente limiti a questa trasformazione. X sarà la piattaforma che potrà fare, beh... tutto”.

Una diffusa sensazione è che ai piani alti di Twitter non abbiano capito a cosa serve (o serviva) il social network, né chi lo utilizzava. Il clamoroso flop di Twitter Blue aveva già dimostrato quanto Musk e i suoi avessero una visione parziale degli utenti, e come fosse stata influenzata dalla destra statunitense (e la sua paranoia verso le spunte blu date ai giornalisti “di sinistra”). Per quanto riguarda il progetto di una super-app, tra tutti i social network quello più lontano e diverso da WeChat, in termini di funzionalità e utilizzo, è forse proprio Twitter. La trasformazione sarà pure “senza limiti” ma anche piuttosto difficile.

Un sentimento riassunto da uno dei commenti ai tweet di Yaccarino. A scriverlo è tale “Cory.eth”, un utente amante delle criptovalute con spunta blu (e quindi iscritto al servizio a pagamento Twitter Blue). Insomma, non proprio un hater di Elon Musk, che, a proposito del lancio di X, scrive: “Voglio solo un feed testuale con un po’ di foto e magari uno o due video al giorno”. Ma dove crede di essere, su Twitter? Quello, ormai sembra ufficiale, non esiste più.

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