L'amazon delle banche online?

Da intermediario finanziario a banca multiservizi. I piani di PayPal

Francesco Stati

L’azienda statunitense si prepara al cambiamento decisivo, almeno negli Stati Uniti. Intanto, in Italia aumenta il portafoglio di servizi

Dopo i prodotti per le criptovalute, PayPal sta per diventare una banca. Va in questa direzione l’ultimo aggiornamento, datato 21 settembre, che ha rivoluzionato l’interfaccia della popolare app di scambio di denaro digitale, nata dal genio di Elon Musk (tra gli altri). L’implementazione di meccanismi di machine learning (intelligenza artificiale adattiva) testimonia l’intenzione di personalizzare l’esperienza di ogni singolo cliente. Ora è possibile inviare e ricevere denaro a privati, amici e familiari (con cui si potranno scambiare messaggi al termine di una transazione), pagare i propri acquisti tramite la tecnologia Qr Code, effettuare donazioni ad associazioni di beneficenza, mandare denaro a un conto bancario o a un punto di ritiro, ricaricare il proprio credito telefonico, scambiare criptovalute (quest’ultima funzione non è al momento disponibile in Italia). 

 

Quali mosse per il futuro dell’azienda? L’annunciata partnership con Synchrony Bank non lascia spazio a dubbi: entrare nel mercato delle neo banche digitali, come Chime e Varo. È in arrivo PayPal Savings (“risparmi”): grazie a questo accordo, l’azienda permetterà l’accredito diretto dello stipendio sulla sua piattaforma con accesso anticipato di due giorni (vero tallone d’Achille delle digital bank), il pagamento delle bollette (annunciati 17mila partner negli Stati Uniti) e altro. Non solo: secondo quanto dichiarato dall’azienda, PayPal Savings offrirà grazie a Synchrony un rendimento percentuale annuo dello 0,4 per cento sui depositi, più di sei volte la media americana delle banche tradizionali dello 0,06 per cento. Meno di Chime (0,5), Varo (a partire dallo 0,2), Marcus (0,5), Ally (0,5); nonostante questa posizione di svantaggio rispetto ai competitori, è probabile che la maggior diffusione di PayPal attragga risparmiatori dalle banche tradizionali, che hanno rendimenti mediamente più bassi.

 

La sfida viene lanciata anche ad Alphabet. PayPal ha infatti annunciato un'ulteriore funzione che raccoglierà numerosi coupon e codici sconto da utilizzare su siti partner, similarmente a quanto fatto lo scorso anno da Google su Google Pay. “Agli acquirenti – si legge nella versione americana del comunicato – verranno presentati sconti e offerte di centinaia di marchi famosi”, oltre alla possibilità di “fare acquisti tramite il browser dedicato in-app”. Non solo: i coupon qui ospitati potranno essere utilizzati anche esternamente all’app, a condizione che il pagamento venga effettuato via PayPal. In aggiunta, l’azienda sta lavorando a un programma simile a quello di cashback di American Express e di “credito per gli acquisti” su prodotti idonei, pagati con PayPal. Per l’Italia, tuttavia, queste funzioni non sono ancora state annunciate.

 

Dalla separazione con eBay del 2015, l’azienda ha gradualmente esteso il suo raggio di azione, affermandosi tra i fornitori di servizi finanziari più diffusi al mondo. Grazie a queste iniziative e alle nuove partnership, oltre all’attenzione verso settori in grande crescita come le criptovalute, PayPal potrebbe presto diventare l’Amazon delle banche digitali.

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