Foto Ansa 

Il foglio sportivo - that win the best

Il Farsone d'Oro, pardon il Pallone d'Oro finirà a Messi

Jack O'Malley

Meglio guardare gli highlights della Lega Saudita piuttosto che la pausa delle nazionali. Nel frattempo i tifosi del Milan sono in rivolta contro quegli ubriaconi che hanno ideato il kit da allenamento in nerazzurro

La pausa dei campionati per gli impegni delle Nazionali su siti e giornali è ormai diventato uno stucchevole giorno della marmotta, un eterno ritorno dell’identico, un rutto ai crauti dopo la quinta birra nel pub, nonché una sensazione di coito interrotto che si trasforma in bestemmia per gli infortuni dei migliori durante i ritiri. Ai giornalisti sportivi e ai tifosi, poi, non frega nulla di Cipro-Scozia, Croazia-Lettonia, Serbia-Ungheria, per cui i resoconti delle partite delle altre Nazionali sono soltanto bollettini su come hanno giocato i calciatori che militano in Serie A

La pausa è poi il momento ideale per un altro genere giornalistico amato dai più, quello che spiega come le due settimane senza campionato serviranno al tale allenatore o neoacquisto per imparare meglio gli schemi e ambientarsi nel nuovo spogliatoio. Che palle. Viene voglia di stringersi forte alla bionda e riguardarsi gli highlights della Lega Saudita, con le imbarazzanti difese che marcano Ronaldo o Mané alla stessa distanza che io tengo da un bicchiere d’acqua. Ci si avvicina spediti alla consegna del premio più ridicolo del pianeta, il Farsone d’Oro. Inutili pagine social dedicate al calcio, giornali e siti internet sportivi fingono di credere davvero che l’elenco pieno di cadaveri dei trenta candidati serva a qualcosa, e che ci sia in effetti una gara aperta in cui persino uno come Barella se la può giocare, quando tutti sappiamo che il trofeo è già stato assegnato d’ufficio al saltimbanco argentino pensionato a Miami (Van Gaal, ti voglio bene). 

Fatemi brindare a Brigitte Annerl, la presidente dell’Hartberg, dimenticabile club austriaco che la scorsa settimana ha giocato contro il Wolfsberger in trasferta. Vedendo i suoi tifosi assetati, la signora è andata sotto al settore ospiti e ha dato ai capi ultrà trecento euro da spendere in birra. Da quel giorno l’Hartberg è la mia seconda squadra del cuore. Il secondo brindisi lo faccio a Luke Ayling e ai tifosi del Nottingham Forest, che evidentemente non leggono né gli editoriali della Stampa né le grandi inchieste sui trans del Guardian e quindi si permettono ancora di dire cose e fare gesti molto offensivi. Durante un’amichevole a luglio, il i tifosi del Forest hanno cantato, con spregio per i non binari, “are you a man or a woman?” al capelluto difensore del Leeds. Per tutta risposta lui si è guardato nei pantaloncini e ha fatto una faccia come dire: “direi che sono un maschio”. Cheers. E cheers anche all’ideatore del terzo kit d’allenamento del Milan, talmente ubriaco da avere scelto i colori nero e azzurro. La curva rossonera si è giustamente risentita, e la società ha tolto da tutti gli store il completo incriminato. Avessero fatto lo stesso per la maglia color vomito di unicorno, avrei quasi tifato Milan quest’anno. E invece…

Di più su questi argomenti: