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Il Foglio sportivo

Come l'approccio di Rudi Garcia cambierà il Napoli

Michele Tossani

La squadra campione d'Italia sarà meno padrona delle partite, ma esalterà Osimhen. E Raspadori...

Il Napoli campione d’Italia per la terza volta nella sua storia riparte da Rudi Garcia e da un mercato fin qui minimalista che, in attesa del prolungamento di Osimhen e di qualche altro rinforzo, ha visto sostituire i partenti Kim Min-Jae e Ndombele con Natan e Cajuste. Che squadra dobbiamo aspettarci? Del modello di gioco del Napoli dell’anno scorso non dovrebbe restare molto. La versione di Garcia, almeno osservando le prime uscite, potrebbe essere meno padrona della partita. Il Napoli avvolgente, dominante con la palla e senza, rischia di non essere più qui. L’approccio tattico di Garcia è diverso da quello dell’ultimo Spalletti. Il pressing avanzatissimo del tecnico toscano ha lasciato il posto in questi mesi estivi a un blocco medio più compatto e attento a chiudere i corridoi centrali del campo. Il possesso è maggiormente orientato a creare i presupposti per andare in verticale più che a riempire di uomini la metà campo avversaria.

Il Napoli appare più frenetico nella ricerca della profondità, pronto a liberare le sue frecce offensive. Un tipo di approccio che dovrebbe esaltare Osimhen e potrebbe aiutare a riproporre Kvaratskhelia ai livelli della prima metà del campionato, prima cioè che i raddoppi costanti degli avversari cominciassero a imbrigliarlo. Dal punto di vista del palleggio il Napoli perde poi molto senza più Kim, il miglior difensore del campionato insieme al leccese Umtiti.

Altre questioni riguardano la composizione del centrocampo. Garcia potrebbe proporre il 4-2-3-1 come sistema base. Questo potrebbe rompere le rotazioni offensive viste sotto Spalletti la passata stagione e finire anche per proporre nuove domande a Lobotka, miglior centrocampista dello scorso campionato come play basso di una mediana a tre e ora (forse) costretto a riconvertirsi da secondo interno in un centrocampo a due. Di contro, la nuova disposizione col triangolo rovesciato permetterebbe a Garcia di titolarizzare Raspadori, talento pronto a esplodere. L’eventuale arrivo di Koopmeiners gioverebbe non poco alla mediana partenopea. 

L’altro punto di domanda riguarda il lato destro dell’attacco. Nella scorsa stagione Lozano e Politano si sono divisi la titolarità, ma nessuno dei due ha mai veramente convinto. In questo senso potrebbe tornare utile ancora il già citato Raspadori, visto in questo precampionato anche da esterno. Sempre per rinforzare quella zona destra di campo, il Napoli ha acquistato Gabri Veiga del Celta Vigo. Lo spagnolo può infatti essere impiegato efficacemente sulla destra, più o meno centralmente. Come si vede dunque le domande alle quali Rudi Garcia dovrà trovare risposta per far vincere al Napoli un secondo scudetto consecutivo sono molte. Ma non c’è solo il campo. Sarà importante l’impatto che Garcia avrà sull’ambiente napoletano. L’ex tecnico della Roma è in grado di arringare la folla (ricordate la frase “abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio” o la sviolinata contro la Juventus?), è “uomo d’amore”, come direbbe il grande Luciano De Crescenzo. E, d’altra parte, diverse parole del dialetto napoletano derivano proprio dalla lingua francese…

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