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gran calma #36

Non è ancora finito il campionato che già è iniziato il toto allenatori

Enrico Veronese

Che farà Luciano Spalletti? E dove finiranno Gian Piero Gasperini, Ivan Juric e José Mourinho? Ancora mancano gli ultimi verdetti della Serie A che già si inizia a discutere del futuro delle panchine (e di calciomercato)

I risultati della 36esima giornata di Serie A

Roma-Salernitana 2-2 12′ Candreva (S), 47′ El Shaarawy, 54′ Dia (S), 83′ Matić
Empoli-Juventus 4-1 18′ rig., 48′ Caputo, 21′ Luperto, 85′ Chiesa (J), 93′ Piccoli
Sassuolo-Monza 1-2 45’ +6 rig. D. Berardi (S), 60’ Ciurria, 93’ Pessina
Cremonese-Bologna 1-5 14′ Arnautović, 27′ Ferguson, 45′ +1 Posch, 62′ Orsolini, 80′ Sansone, 91′ Ciofani (C)
Atalanta-Verona 3-1 11′ Lazović (V), 22′ Zappacosta, 53′ Pašalić, 62′ Højlund
Milan-Sampdoria 5-1 9′ Rafael Leão, 20′ Quagliarella (S), 23′, 29′ rig., 68′ Giroud, 63′ Brahim Díaz
Lecce-Spezia 0-0
Torino-Fiorentina 1-1 48′ Jović (F), 66′ Sanabria
Napoli-Inter 3-1 67′ Zambo Anguissa, 82′ Lukaku (I), 85′ Di Lorenzo, 94′ Gaetano
Udinese-Lazio 0-1 61′ rig. Immobile

 

La classifica della Serie A dopo 36 giornate

Napoli 86; Lazio 68; Inter 66; Milan 64; Atalanta 61; Roma 60; Juventus 59 (-10); Monza 52; Bologna, Torino e Fiorentina 50; Udinese 46; Sassuolo 44; Empoli 42; Salernitana 39; Lecce 33; Spezia 31; Verona 30; Cremonese 24; Sampdoria 18.

  

Perché il valzer delle panchine assume connotati assurdi, ma a Milano niente si muoverà

A ciel sereno o quasi, viene dato per scontato che Luciano Spalletti abbandonerà la guida del Napoli dopo averlo condotto al terzo scudetto, il suo primo personale in carriera da allenatore. Quali che siano i motivi ufficiosi (e pretestuosi, se è vero che tra essi vi è la reciproca suscettibilità e l’agire all’insaputa), solo l’ipotesi che la squadra non venga rinforzata per il triplice impegno in campionato e coppe ha qualche importanza, prima ancora che fondamento. Certo è che, se dovesse succedere, sarebbe una mazzata per chi sta ancora celebrando il tricolore: ma gran calma, finché non vi è ufficialità il tecnico ha un bel dire che tutto è deciso. Anche se già si parla del successore, che potrebbe essere Gian Piero Gasperini: il coach dell’Atalanta ha fatto il suo tempo a Bergamo, e porterebbe in dote almeno Rasmus Højlund. Il quale, dal canto suo, appena è rientrato in campo Ademola Lookman ad assisterlo ha sùbito ritrovato la via della rete: non può essere un caso. Sempre i rumours danno Antonio Conte rimpatriato alla Roma (José Mourinho verso il Paris Saint Germain) e Ivan Jurić al posto di Gasperini, mentre la Juventus sarà pur tentata da Raffaele Palladino e Thiago Motta o addirittura Zinedine Zidane, ma verosimilmente rimarrà con Massimiliano Allegri, Juan Guillermo Cuadrado e Alex Sandro… E a Milano? I risultati sono con Simone Inzaghi, la riconoscenza con Stefano Pioli: tutto lascia intendere che staranno dove sono.

 

Perché si dice sempre di valorizzare i giovani, ma quando ci sono e vincono passano in sordina

La grande vittoria dell’Italia under 20 ai mondiali contro il Brasile (con un parziale di 3-0) è passata abbastanza inosservata nei media e nella considerazione popolare. Eppure, all’esordio, gli azzurrini di Tommaso Baldanzi e Cesare Casadei hanno praticamente abbattuto la più grande fucina di talenti del calcio mondiale: peccato che l’orario della trasmissione televisiva non abbia attratto un alto numero di spettatori, altrimenti ora se ne dovrebbe parlare come e più dei successi nazionali nelle coppe per club. I quali, peraltro, capiscono l’antifona e cominciano a schierarli in serie: si pensi solo a Juve e Roma, che lungo le rispettive fasce destre nel finale di stagione stanno dando spazio a Filippo Missori e Tommaso Barbieri. Per non dire di Salvatore Esposito, che si è visto affidare le chiavi del centrocampo dello Spezia, ripagando Leonardo Semplici di ottime prestazioni. Su tutti sta esplodendo Edoardo Bove, al quale la Roma deve il passaggio del turno nella semifinale di Europa League contro il Bayern Leverkusen: il ragazzo, classe 2002 e cresciuto nelle giovanili giallorosse, è già stato provato anche come esterno nel centrocampo a cinque e addirittura da “braccetto” difensivo titolare. Ottimi segnali, ma gran calma: andranno confermati in altre situazioni, dal momento che Mourinho pare essersi “innamorato” di lui, e non cela di dichiararlo.

 

Perché “giovane e italiano” è un marchio di fabbrica, ma quasi solo per provinciali ambiziose

A proposito di giovani, non sfugge che il Monza di Raffaele Palladino (allenatore pure esordiente e non ancora quarantenne) è ottavo e rappresenta una delle più belle realtà della stagione. Pensare che era partito malissimo, ma l’assemblaggio dei tanti nuovi elementi richiedeva tempo oltre che adattamento alla categoria. Oggi la squadra brianzola porta avanti la bandiera del gioco, dezerbiana e “anti nostalgica”: eppure assai italiana, come l’antitetico Piacenza di Luigi Cagni negli anni Novanta. E lo stesso Empoli già salvo in anticipo, che riempie le nazionali giovanili, dimostra come si possano preferire i talenti di casa alla pesca a strascico in Football Manager: può accadere solo in provincia di parlare italiano anche senza Italiano? Gran calma, poiché la demoralizzata Juventus del -10, che proprio ad Empoli è andata a picco, il prossimo anno si riprenderà Nicolò Rovella dal Monza e ritrovare così un regista atteso da anni, tra gli interni Nicolò Fagioli e Fabio Miretti, a ritrovare per anni l’eredità col filo azzurro del proprio passato.

 

Perché due partite importanti di quasi 25 anni fa spiega qualche cosa del calcio di oggi

Maggio 1999, a distanza di una settimana il Parma di Alberto Malesani (con in rosa campioni quali Juan Sebastián Verón, Hernán Crespo, Enrico Chiesa e una difesa impenetrabile) conquista prima la coppa Uefa, battendo a Mosca per 3-0 l’Olympique Marsiglia, poi la coppa Italia nel doppio confronto con la Fiorentina, grazie al gol in trasferta. Lo segnò Paolo Vanoli, già a segno nella finale europea: un terzino sinistro, meteora della Nazionale, che oggi ha tratto dalle secche il Venezia proiettandolo ai playoff di Serie B. Nell’ultima partita di regular season, proprio a Parma a opporsi alle conclusioni lagunari è stato Gianluigi Buffon, classe 1978 e classe infinita, il quale non ha bisogno di presentazioni. Anche i ducali si giocheranno l’accesso alla massima serie, e la Fiorentina - che egualmente fu di Malesani - disputerà due finali, la prima a Roma contro l’Inter e la seconda a Praga, di fronte al West Ham. Quanti intrecci con la storia, mentre Fabio Quagliarella segna ancora in Serie A a quarant’anni. Ma gran calma, perché stavolta la squadra italiana (nella fattispecie, il Parma di allora) non è favorita per aggiudicarsi entrambe le finali.

 

Perché verosimilmente l’Italia potrebbe portare a casa “solo” una delle tre coppe europee

Già che ci siamo, e che i pronostici - diceva Giannibrerafucarlo - li sbaglia solo chi non li fa, azzardiamo che la truppa viola uscirà vincitrice dal confronto con i londinesi nella bella terra di Boemia. Un po’ più ostica la previsione per quanto riguarda la Roma, impegnata a Budapest contro un Sevilla abbonato alle finali di Europa League e dotato di tanta esperienza, oltre che di un uomo gol come Youssef el-Nesyri che in questo momento manca a Mourinho. Assai difficile, per non dire improbo, è il compito dell’Inter, al cospetto del Manchester City in quel di Istanbul: inutile nasconderselo, lo sanno anche i tifosi nerazzurri “per quanto sia una finale”. A due giornate dal termine del campionato, invece, la Cremonese saluta la compagnia e rimangono due posti per salvarsi tra Lecce, Spezia e Verona: il calendario favorisce forse i pugliesi. In zona Champions, Lazio e Inter hanno già un piede dentro: per il quarto posto lo sprint tra Milan e Atalanta vede favoriti i rossoneri. Ma gran calma, perché proprio i risultati delle finali europee potrebbero aggiungere o togliere posti a tavola.

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