(foto dalla pagina Facebook della Feralpi Salò)

il foglio sportivo

Feralpi Salò, quando il piccolo diventa bello

Emanuele Corazzi

La squadra della cittadina lombarda ha raggiunto la promozione in Serie B, grazie anche al direttore sportivo vincente più giovane d’Europa

Sembra un colmo: la squadra allenata da Vecchi ha il direttore sportivo vincente più giovane d’Europa. Lui è Andrea Ferretti, ha 26 anni, e ha dato un enorme contributo ad una piccola impresa. Perché Salò – 10.000 abitanti – è il secondo comune più piccolo della storia ad andare in Serie B. Perché se vai allo stadio noti subito che se calci forte e storto rischi di colpire la finestra di uno dei palazzi dietro la porta. Perché – sempre per rendere la dimensione del club – ha uno spogliatoio diviso in due: metà per la prima squadra, metà per gli alpini di Salò.

 

Siamo onestamente andati in provincia di Brescia con una domanda: ma questo Ferretti è un bluff o è un vero direttore sportivo? Credeteci, la risposta è la seconda. Vi raccontiamo la sua storia, ha diversi punti affascinanti. Andrea Ferretti è marchigiano e sin da quando aveva quattro anni andava al campo d’allenamento dell’Ascoli, la squadra del nonno, diventando la mascotte e frequentando regolarmente lo spogliatoio. “Non so perché mi facevano entrare, ero un bambino sveglio e simpatico” – ha raccontato il direttore sportivo a Cronache di Spogliatoio. In questo senso, una storia simile a quella di Beppe Marotta, che abitava vicino allo stadio del Varese e ha iniziato a respirare calcio da dentro sin da piccolo.

 

Questo è solo il primo indizio di precocità. Andrea a 16 anni fonda una sua testata giornalistica, ascolinews.it, e inizia a collaborare anche con il Corriere dell’Adriatico. Lì avviene l’incontro che svolta la sua storia: Francesco Marroccu, conosciuto attraverso l’attività di giornalista, si affeziona ai suoi intuiti e lo porta a 19 anni a lavorare nella comunicazione della Feralpi. Può sembrare una scelta banale, ma a quell’età, Andrea si fa 500 chilometri e riparte da un piccolo comune lombardo.

 

L’addetto stampa diventa team manager, poi collaboratore tecnico del direttore Oscar Magoni e dalla scorsa stagione direttore sportivo unico. Una scalata velocissima. Il presidente bresciano Giuseppe Pasini – imprenditore dell’acciaio – gli affida completamente la gestione tecnica della squadra, dal mercato allo spogliatoio, dalla  gestione dei bilanci a quella della comunicazione e degli altri impiegati del club. Andrea Ferretti, che ha in squadra tredici giocatori più vecchi di lui, spende due milioni sul mercato e freddo come un iceberg gestisce tutto al meglio, portando la Feralpi alla prima storica promozione in Serie B. Storica anche perché nel girone vinto c’erano le due favorite Vicenza e Pordenone, oltre alla Juventus Next Gen di Soulè, Iling e Barrenechea. 

 

La Feralpi è la squadra di capitan Elia Legati, l’ex Milan che dopo la consegna del trofeo da parte della Lega farà un discorso di addio stile Francesco Totti (anche se con un filo di pubblico in meno…). È la squadra dei gol decisivi dell’ex Inter Luca Siligardi e dello storico Simone Guerra, che arriva al record di 218 presenze. La sensazione – quando hai a che fare con l’architetto di questa impresa – è quella di un bambino che si è mangiato un vecchio e se lo porta dentro e ci convive. Posato, freddo, equilibrato. Maturo. “Mi piace molto la fase di scelta del giocatore. Cerco sempre di incontrarlo prima – ha raccontato Ferretti a Cronache di Spogliatoio – chiedo relazioni a persone che ci han giocato insieme e se possibile incontro anche la famiglia del ragazzo. Sono convinto che una squadra di calcio sia prima di tutto un’alchimia di persone che devono funzionare”. Domanda banale: “Ma come fai ad avere i numeri di telefono del mondo del calcio a 26 anni?” Risposta: “Si arriva a tutto, si va per gradi di separazione”.

 

Andrea è incredibilmente consapevole: del valore del sacrificio e della chance che ha avuto di lavorare nel mondo di cui è appassionato. La vita gli ha insegnato a dare il giusto peso e priorità alle cose.  Andrea è nato con una malattia provocata dalle difese immunitarie basse ed è stato un mese in rianimazione per un problema ai polmoni. A 16 anni è poi stato di nuovo ricoverato per un mese e a 18 anni ha avuto l’ennesima complicanza: una rara malattia legata agli organi da cui lo ha salvato solo un trapianto di midollo osseo, donatogli dal fratello, fortunatamente compatibile. Non una vita in discesa, insomma.

Prima di chiudere la storia di Andrea, giusto ricordare una bella parentesi legata alla Feralpi Salò. Lo scorso anno giocarono a Palermo in concomitanza con l’anniversario della strage di Capaci e si presentarono durante il riscaldamento con una maglia con stampati i volti dei giudici Falcone e Borsellino. Un gesto di sensibilità non indifferente. Allo stadio c’erano sei tifosi – sei – della Feralpi e tutto lo stadio salutò l’iniziativa con una standing ovation. Capaci di tutto, anche di vincere con un direttore sportivo di 26 anni. Il più giovane d’Europa.

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