(foto LaPresse)

La squalifica del City e il dilemma Lapadula

Jack O'Malley

Abbiamo perso anche Sports Illustrated. Viva le cheerleader cattoliche che se le danno di santa ragione

Viviamo tempi straordinariamente isterici, facciamo tutti parte di una categoria che potrebbe offendersi per qualcosa detto per scherzo da qualcuno, siamo pronti a lanciare hashtag e comunicati indignati, o almeno un “siamo tutti…” a caso all’occorrenza. Mercoledì in Italia era un pullulare di esperti di lavoro alle poste, e non c’era uno che non sapesse alla perfezione quanta pressione sente un fattorino e quanta un allenatore di una squadra che lotta per tre competizioni. Subito dopo però avete reindossato i panni di designatori arbitrali, pronti a spiegare quando un mani è mani e quando non lo è (in sintesi: se c’è un rigore per la mia squadra, è mani, se no ormai-non-si-può-più-giocare-e-cosa-doveva-fare-tagliarsi-il-braccio?).

 

I giornali italiani sono già presi dalla spirale della polemica della settimana, il mani di Calabria in Milan-Juventus di Coppa Italia. Non potendo misteriosamente parlare dei rigori fischiati alla Lazio, dovranno fare in modo che l’indignazione e le interpretazioni uguali e contrarie del fallo proseguano per un po’, ma sono certo che ce la faranno.

 

La notizia peggiore della settimana arriva però da quello che credevo essere uno degli ultimi baluardi eterosessuali del mondo libero, Sports Illustrated. La celebre rivista americana pubblica ogni anno un numero speciale dedicato ai costumi da bagno, vecchio trucco per mostrare in realtà quello che c’è dentro ai costumi, di solito ragazze unte e abbronzate che non possono essere guardate mentre si ascolta una canzone di Achille Lauro, se no la stanza in cui siete si autodistrugge. Non poteva restare impunito tutto ciò, ed ecco che in nome dell’inclusività e della diversity, quest’anno Sports Illustrated ha aggiunto al novero delle belle figliole tre new entry particolari. “Beauty comes from who you are, not from what you look like”, spiega una delle modelle che finiranno sulla Swimsuit Issue di Sports Illustrated, una personal trainer calva. Con lei ci saranno anche una cinquantaseienne e una ragazza in sovrappeso. Tutto in nome del vecchio luogo comune per cui quella che conta è la bellezza interiore. Se però credete che tutto ciò sia triste e ingiusto, pensate al Manchester City, che venerdì si è visto squalificare dall’Uefa per i prossimi due anni: niente coppe europee per i Citizens, che adesso faranno ricorso al Tas, e probabile fuga in altri lidi di Guardiola e parecchi giocatori in estate. Oppure, peggio, pensate che in questo momento i peruviani stanno discutendo sull’opportunità di convocare l’attaccante del Lecce Lapadula nella loro Nazionale per la prossima Copa America. E subito vi sentirete meglio.

 

Per fortuna c’è ancora qualche ragazza che vive di messaggi inclusivi e peace&love. Parlo delle splendide cheerleader di due high school in America. Prima di una partita di basket tra liceali hanno cominciato a provocarsi come da copione con balletti e cori. A un certo punto una si è staccata dal gruppo, e con fare erotico tamarro è andata quasi a contatto con una delle “avversarie”. A quel punto è partita una rissa epica: oltre venti ragazze che se le danno di santa ragione, allenatori e gente del pubblico in campo per cercare di separarle, gente che urla e panico in palestra. Le due scuole sono la East St. Louis in Illinois e la Trinity Catholic High School. È sempre così, quando ci sono di mezzo i cattolici il divertimento e la rissa sono assicurati.

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