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Forse a fine anno Messi va alla Roma

Jack O'Malley

La pausa in Premier League fa male alla salute. Quante volte è andato in bagno Cristiano Ronaldo a Sanremo

Londra. Non sarò scomodo e scorretto come certi giornalisti italiani che durante il Festival di Sanremo twittano #juvemerda convinti di essere spiritosi e in coraggiosa lotta contro il potere (e poi si indignano se qualcuno insulta loro), ma vi confesso che la doppia e contemporanea eliminazione di Real Madrid e Barcellona ai quarti di finale della Coppa del Re è stata un balsamo per la mia anima affranta dalla pausa invernale della Premier League. Già mi ero divertito a vedere l’Under 23 del Liverpool battere nel replay della FA Cup il Shrewsbury Town, i cui giocatori immaginavano una vecchiaia passata a raccontare ai nipoti di quella volta che la loro piccola ma combattiva squadra, dopo avere recuperato due gol in casa ai mostri del Liverpool, era andata a vincere ad Anfield. Invece non è andata così, ai nipoti toccherà ascoltare le storie sui derby contro l’Hereford United, e a Klopp nessuno potrà dire di non avere onorato la coppa. Certo la questione della pausa invernale a febbraio non piace quasi a nessuno degli allenatori. Di più ai giocatori, che intasano i loro profili Instagram con foto al mare, su jet privati o nelle sale vip di eventi clamorosi (tutti sempre vestiti con classe e sobrietà). E insomma la pausa mi aveva intristito, per questo vedere il circo Barça e il ministero Real perdere contro Athletic Bilbao e Real Sociedad mi ha fatto bene. Le squadre che di più hanno rotto le palle nel decennio scorso iniziano a patire la vecchiaia, forse, si ingarbugliano tra panchine sbagliate, fenomeni da pensionare e giocatori simbolo in fuga.

 

Dopo Cristiano Ronaldo alla Juve adesso mezzo mondo si eccita alla sola idea che Messi possa lasciare il Barcellona, con la cui maglia avremmo giurato avrebbe finito la carriera. Ipotesi altamente improbabile al momento, agitata dai giornalisti per avere qualcosa di cui parlare. Per vedere la Pulce giocare in un’altra squadra servirebbe un’operazione finanziaria spaventosa, roba da cinesi, arabi o qualche inglese. L’unica certezza è che il Barcellona in questo momento è ferito, confuso e con la testa altrove. Ovviamente adesso tutti si affretteranno a spiegare che la Coppa del Re non è importante, ma nel Napoli rinato grazie a Gattuso qualcuno inizia a pensare che “si può fare”, battere Messi in Champions League. Ecco perché quasi certamente la squadra di Insigne perderà.

 

Non perderà la voglia di annoiarci a morte il giornalista sportivo collettivo italiano, invece, intento a martellare i propri lettori con l’agenda di Cristiano Ronaldo: dopo le infografiche sulle sue esultanze, alla Gazzetta dello Sport vivono di rendita da due giorni con le sue facce durante l’ospitata al Festival di Sanremo, le gaffe di Georgina e le volte in cui è andato in bagno durante la serata (non potendo scrivere quanto fa pena la squadra del padrone, qualcosa devono pur fare). Rassicurati dal fatto che molti laziali sono stati vicini alla famiglia Zaniolo dopo il suo infortunio, ci apprestiamo a seguire le fasi finali della trattativa per il passaggio della Roma da James Pallotta a Dan Friedkin. Il presidente uscente si è rotto le palle degli insulti dei tifosi e pare impaziente di non farsi più rivedere dalle parti del Colosseo, povero illuso che aveva pensato di potere costruire uno stadio moderno in una città ridicola. L’americano con il sorriso da telenovela che comprerà la Roma già fa sognare i tifosi, leggo sui siti italiani. Come Pallotta prima di lui.