Reza Parastesh, il sosia di Messi (foto LaPresse)

Era meglio se me ne restavo in vacanza

Jack O'Malley

Sopraffatti dalla retorica, non ci resta che sperare in Balotelli e nel sosia di Messi. Siamo rovinati

Minacciato dal responsabile di questa testata di un taglio sui fondi per comprarmi il brandy, torno mio malgrado dalle vacanze per occuparmi del nulla in cui galleggia il calcio in questi giorni. Dal Victory Bar di Port Stanley, alle Isole Falkland, dove sono, ho seguito a distanza di sicurezza le evoluzioni retoriche del Mondiale di calcio femminile, scoprendo con poca sorpresa che se uno dice che non gli frega nulla del calcio di solito è trattato come originale e colto anticonformista, ma se afferma che il calcio delle donne non gli piace (non dico arrivare a dire come stanno le cose, cioè che sembra una parodia al rallentatore di quello maschile) è una merda sessista medievale. Meglio brindare all’Inghilterra campione del mondo di cricket, allora.

 

Più che altro mi chiedo quando verrà preso e appeso per le palle in redazione il giornalista della Gazzetta che due giorni fa ha osato pubblicare sulla homepage del quotidiano di Cairo un video con un suv che cade in acqua e questa didascalia: “La macchina sarebbe finita nel fiume perché la guidatrice ha confuso il freno con l’acceleratore”. Viviamo di luoghi comuni e sguazziamo nel sentimentalismo: siamo riusciti a parlare della finale di Wimbledon senza nominare il vincitore, Djokovic, ma sdilinquendoci per l’età e il rovescio a una mano di Federer, mettendo in piedi un’operazione di esaltazione retorica della sconfitta che nemmeno tutti i tifosi dell’Inter e del Torino messi assieme avrebbero saputo fare.

 

I colleghi che per un mese hanno twittato elogi al calcio femminile mi ricordano i parenti che a Natale dicono “che bravo” al nipotino che recita la poesia, poi lo mandano a guardare i cartoni animati nell’altra stanza e ricominciano a parlare di lavoro. Il correttismo sessuale dei giornalisti sportivi ha bisogno di più Rafa Nadal e meno David Beckham: bene ha risposto il tennista spagnolo numero 2 al mondo a chi gli chiedeva come mai giocasse lui sul Centrale e non la numero 1 delle donne, Ashley Barty: “Stai dicendo che lei vale più di me? Con 18 Slam vinti penso di valere più di lei”.

 

Tutto ha un prezzo, lo sa bene Mario Balotelli, che ha dato 2.000 euro a un tizio di Napoli che si è buttato per scommessa in mare con un motorino e si è sentito fare la morale da tutti per il cattivo esempio. E io che pensavo che lo desse già giocando come gioca. Svincolato a 28 anni, Super Mario potrebbe puntare alla carriera del sosia iraniano di Leo Messi: facendosi passare per l’isterico attaccante argentino, il ragazzo si è trombato (pardon, ha sedotto) almeno 23 ragazze in pochi mesi, forse approfittando della loro voglia di parità sul calcio. Meglio così che come David Trezeguet, fermato ubriaco a Torino dalle forze dell’ordine (ma cosa vuoi fare in quella città, se non bere?). Era al volante del suo suv, magari avrebbe finito pure lui per confondere il freno con l’acceleratore. Nonostante tutto questo sono tornato dalle vacanze. Quando però ho visto i tifosi della Juventus inneggiare a Mino Raiola chiedendogli di autografare le loro magliette mi è venuta voglia piuttosto di volare in Irlanda, di seguire il golf, di tornare alle Falkland. O almeno in un sottotetto da dove guardare la Luna.

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