(foto Ansa)

Saverio ma giusto

Apatia lucana: il dramma esistenziale degli elettori Pd in Basilicata

Saverio Raimondo

Proposta: un percorso psicologico per chi, malgrado tutto, voterà per il partito di centrosinistra alle regionali. Testimonianza di tendenze suicide

Dopo quanto successo in Basilicata, dove all’interno del “campo largo” – ormai ristretto – la trattativa per trovare un candidato condiviso ha sconfinato nella parodia più farsesca, vorrei tanto conoscere un elettore lucano del centro-sinistra. Non un ex simpatizzante, un deluso da questa ennesima scena pietosa dei partiti guidati da Elly Schlein e Giuseppe Conte e sì, mettiamoci anche Carlo Calenda, che fa il prezioso senza esserlo; non vorrei conoscere un elettore arrabbiato dicevo, ma una persona che, comunque andrà, chiunque sarà il candidato, voterà per la coalizione formata da… chi è rimasto. Vorrei conoscerla, questa persona che comunque voterà Pd; perché delle due l’una: o ha bisogno d’aiuto, o può insegnarci a vivere. Mi spiego: dopo il susseguirsi di pasticci, dall’oculista Lacerenza che in meno di 24 ore è stato blindato come candidato della coalizione per poi ritirare la candidatura, a Marcello Pittella di Azione che è passato al centro-destra in quanto nel centro-sinistra si sente – cito testualmente – “un ebreo deportato nelle camere a gas”, dopo tutto questo dicevo basterebbe per l’elettore di sinistra un minimo di dignità, di amor proprio, per provare un sussulto d’orgoglio e il giorno delle elezioni mandare tutti a cagare, astenendosi bellamente.

Chi invece uscirà comunque di casa per dare il suo voto al centro-sinistra lucano deve essere spinto da qualcosa che va ben oltre l’opposizione a Meloni o la militanza politica; qualcosa di personale, forse addirittura di profondamente esistenziale. Chi in Basilicata, dopo quanto è successo, voterà comunque centro-sinistra potrebbe essere una persona sola, fragile, disperata, rassegnata al peggio, apatica nei confronti della vita, dalle emozioni ormai anestetizzate dall’umiliazione costante; in altre parole, una persona a rischio suicidio. Dobbiamo scoprire chi darà il proprio voto al Pd in Basilicata per poi aiutarlo, forse per fermarlo prima che sia troppo tardi: perché dopo un atto di degradazione come il voto al centro-sinistra lucano, il passo successivo sono solo i tralicci dell’alta tensione, o il davanzale dell’ultimo piano. Queste persone hanno bisogno di fare un percorso psicologico per recuperare la dignità personale, finora orrendamente calpestata dai dirigenti locali e nazionali.

Oppure no, al contrario: chi alle elezioni regionali in Basilicata voterà Pd nonostante tutto (che più che tutto è troppo), ha talmente tanto senso dell’umorismo, è talmente tanto zen, da essere ormai in grado di prendere tutto con estrema filosofia, da ridere sopra a ogni disavventura, da essere superiore a qualunque meschinità o piccineria. In tal caso ma quale aiuto, altro che telefono amico, ma quali assistenti sociali: è costui o costei a dover insegnare a noi, che ancora ci indigniamo per come il centro-sinistra in questo paese sia inetto e svilente, a non prendercela, a relativizzare ancora di più, a lasciar correre, a sorridere. Evidentemente hanno capito cosa è davvero importante della vita; forse ne hanno colto persino il senso profondo, il segreto della felicità. In un caso o nell’altro, che sia sull’orlo del suicidio o un maestro di vita: elettore lucano del Pd, incontriamoci. Se sei elettrice, pure meglio. Magari, chissà, da cosa nasce cosa – mi pare anche di capire che ti piace essere presa per, sì insomma, ci siamo capiti.

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