Virginia Raggi (foto LaPresse)

Raggi verde

Marianna Rizzini

La (quinta) stella dell’ambiente non rifulge, e l’incredibile sindaco non blocca le auto più inquinanti

Roma. Una delle Cinque stelle, l’ambiente. Con questa sorta di bollino di garanzia si è sempre presentato agli elettori il M5s, Virginia Raggi compresa. E però poi i fatti (e la realtà in genere) sono più complicati delle intenzioni, specie se demagogicamente sbandierate. Non c’è soltanto, infatti, la questione “monnezza” (con dibattito e scontro sull’eventuale sito della nuova discarica, argomento che divide i Cinque stelle romani) e non ci sono soltanto i dati che parlano di calo della raccolta differenziata a Roma (dal 43,2 per cento del 2017 si è passati al 42,9 per cento del 2018, secondo i dati annuali, pubblicati a fine 2019, dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). C’è anche, in questi giorni, il provvedimento anti-smog che va sotto al nome di “blocco alle auto Diesel fino agli Euro 6”. Il sindaco, infatti, ha prolungato di un altro giorno lo stop, in nome dell’irrespirabilità dell’aria. Ma serve, lo stop? Emergono infatti voci e dati che ne mettono in dubbio l’efficacia. Intanto, c’è la voce di Cinzia Perrino, direttore dell’Istituto sull’Inquinamento atmosferico del Cnr che, intervistata da Repubblica, definisce questa una “misura emergenziale che, come tutte le misure emergenziali, lascia un po’ il tempo che trova… Il contributo diretto del traffico relativo alle polveri Pm10 è stimabile intorno al 25 per cento. Vietando la circolazione ai diesel incidiamo dunque solo su quel 25 per cento ma nel frattempo tanti altri veicoli continuano a circolare, più o meno la metà di quelli abituali. A questo punto si potrebbe dire che il blocco incide per poco più del 12 per cento. Una percentuale davvero marginale”. 

 

 

C’è poi la nota di Staffetta Quotidiana, il quotidiano delle fonti di energia, che nota come il provvedimento non preveda blocco per le auto a benzina da Euro 3 (“…scelta curiosa da parte dell’amministrazione, se si tiene conto che la performance ambientale di queste motorizzazioni è peggiore di quella dei Diesel Euro 6”, e proprio “sui due inquinanti in relazione ai quali il Comune ha deciso il blocco”, a partire dagli ossidi di azoto). Fatto sta che, tra un blocco-auto e una domenica verde, il grande disperso, ha denunciato per esempio Italia nostra, è il famoso (e ormai forse famigerato?) Regolamento per la gestione del verde, quello che doveva essere la “svolta storica” per la situazione-alberi in città. Un atto annunciato dal sindaco, dopo vari incontri con associazioni e comitati ecologisti, ma non ancora approvato dall’Assemblea capitolina. “La strategia degli interventi è ignota come nei mesi passati, si corre dietro alle emergenze minuto per minuto”, dice Italia Nostra, sollecitando l’approvazione del regolamento. E così, emergenza dopo emergenza (dall’immondizia accumulata ai bordi delle strade in giù), a Roma la stella dell’ambiente non rifulge.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.