Quattro sberle al partito del pessimismo
I migliori giornali stranieri hanno deciso di inaugurare il 2020 schierandosi contro il pensiero unico disfattista. Numeri alla mano: negli ultimi decenni sono diminuite povertà, guerre e ignoranza. Ed è cresciuta persino la democrazia. Una controstoria
-
L'ottimismo nella globalizzazione
-
Il popolo dell'ottimismo
-
Il vaccino dell'ottimismo per un'Italia che non abbia paura di se stessa
-
Quanto è diventata pessimista Parigi, fra tasse ai servizi e “salva il tuo contadino”
-
Regali foglianti last minute contro il pessimismo universale
-
Lettera agli scontenti
-
Dove nasce la mentalità populista che ha cambiato pure chi populista non è
-
Parlamento, Banca d'Italia, autostrade: ecco come s'è smarrito il senso dello stato
-
Agenda per la crescita
Come dice un vecchio detto: good news is no news, but bad news is often fake news. Il nuovo anno, complice l’assenza di grandi notizie, si apre, come succede spesso durante le vacanze, con una serie infinita di news descritte con toni drammatici, con una serie infinita di piccoli casi di cronaca trasformati in grandi allarmi nazionali e con una serie infinita di piccoli problemi trasformati in emergenze universali. Il catastrofismo è tipico dei paesi in lotta perenne contro se stessi – e in questo l’Italia è un paese esemplare – ma in questa fase specifica della nostra esistenza il catastrofismo è spesso associato anche a una serie di piccole e grandi paure legate al nostro futuro. E in un momento storico in cui il mondo viene costantemente raffigurato come se fosse destinato ad andare da un momento all’altro in vacca, sostenere che le profezie apocalittiche sul futuro siano delle vaccate può apparire un’eresia ma è quello che alcuni grandi giornali hanno scelto di fare negli ultimi giorni. Giornali naturalmente non italiani, perché se togli ai giornali italiani l’allarmismo rischia di non rimanere neppure la lisca. Giornali che da qualche settimana in modo quasi coordinato hanno scelto di sfidare il pensiero unico allarmista offrendo buone ragioni per non avere paura del futuro.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.