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L'uomo, la galanteria moribonda e la virilità scomparsa. La versione di Trentalance

Claudia Casiraghi

Intervista all'ex pornostar, autore di un libro che racconta come è cambiata la seduzione nel XXI secolo. Tra autostima, desiderio e velocità

Lo stato, infausto, delle relazioni maschio-femmina ha causato infinite discussioni. Si è scomodata la sociologia, e si è decretata la morte del Maschio Breadwinner. Colui che, un tempo, portava sulle spalle il peso della famiglia è scomparso, rimpiazzato da quella triste sequela di ragazzini mollicci che Linkiesta.it ha ribattezzato “gattimorti”. Le donne, isteriche, hanno finito per preferire all’amore la carriera, appellandosi al diritto di dirsi “emancipate”. Sole, si sono fatte spettatrici del disastro relazionale. E, sole, si sono rassegnate alle sviolinate formato mp4, inviate su Whatsapp a tarda notte. Ai fiori mai ricevuti, al “famo alla romana”, alle portiere rimaste chiuse.

  

Il campo, un tempo piano e fiorito, dei rapporti tra sessi si è trasformato in una landa desolata, malconcia, ospite – suo malgrado – della guerra di colpe e attribuzioni. “Voi”. “Noi”. “E però voi”. E via, all’infinito, in una spirale di recriminazioni cui un libro potrebbe porre rimedio.

  

Franco Trentalance, ex pornostar, ha scritto Seduzione Magnetica (Ed. Ultra 2018, pp. 144, 14,50 euro). Un piccolo compendio nel quale si dice che la seduzione è, anzitutto, una questione di identità. E di autostima. Trentalance, lasciato il porno, si è reinventato scrittore, di fiction per lo più. Ma “diversi uomini, amici e non” lo hanno fermato per strada chiedendogli di mettere su carta quel che vent’anni di hard gli hanno insegnato. Consigli, tecnicismi, strategie. Gli uomini gli hanno chiesto come sedurre una donna. E Trentalance ha sfornato questo libro, in uscita in Italia dal 21 giugno. Formule magiche, però, non ne ha tirate fuori.

 

La seduzione, che il divo descrive come una branca della psicologia, parte da un processo personale. “Mi sono accorto”, dice al Foglio, “che gli uomini hanno tre grandi difficoltà nell’approcciare una donna”. La prima riguarda la bassa autostima, responsabile “di una mancanza di fiducia in se stessi e dell’incapacità di metabolizzare un rifiuto, precipitando con ciò nella spirale lamentosa del nessuno mi amerà mai”. La seconda affonda le radici nella giusta conoscenza che l’uomo ha (o dovrebbe avere) del proprio desiderio. “Esistono uomini capricciosi come bambini. Si fissano su una donna in base al nulla, a due tette e un paio di gambe, e si lasciano abbagliare”. Ed esistono uomini che hanno fretta. Troppa. “La terza difficoltà nel rapporto con l’altro sesso è rappresentata dalla velocità. Oggigiorno, la velocità è un imperativo categorico. È veloce l’informazione, è veloce la comunicazione. E rallentare è diventato pressoché impossibile”.

  

Così, con l’ausilio di una qualche tastiera, si pretende e si chiede che l’altro si adegui alla frenesia del quotidiano. Accumulando appuntamenti, saltando tappe in favore del letto. “Saper attendere, invece, è un’arte”, dice Trentalance, che agli uomini raccomanda di tenersi alla larga da messaggi e telefonate. Il troppo stroppia, ed è bene imparare che esiste un confine sottile a delimitare la galanteria dallo “azzerbinaggio”. “La galanteria va bene quando è sinonimo di attenzione verso l’altro. Non va altrettanto bene quando urla che l’uomo è argilla nelle mani di una donna”. Perché il mistero, nell’èra di Instagram e del selfie compulsivo, resta parte dei giochi. E così i ruoli, che pur la società ha imposto di rivedere.

 

“Un tempo, l’uomo giocava più facile. Aveva donne che non avevano la forza, il coraggio, la possibilità di questionare certe dinamiche. Poi, le vittorie sociali hanno rivoluzionato le dinamiche di coppia e oggi un uomo per avere una compagna che lo ami deve impegnarsi di più”. Lavorare su se stesso e rendersi padrone di strumenti che non possiede. “L’uomo, spesso, è affascinato dalla donna intraprendente, libertina, disponibile. Da quella che è saltata di letto in letto, accumulando un’esperienza che l’uomo in questione non sa gestire”, continua Trentalance, i cui suggerimenti sono rivolti anche al mondo femminile.

  

“Se io fossi un cinghiale che abita il bosco con dei cacciatori alle calcagna, vorrei capire come questi si muovono”, dice. E, nonostante il paragone donna-cinghiale non sia dei più felici, il significato è chiaro. “Le donne dovrebbero puntare ad accrescere il proprio lato umano, dimenticando per un attimo quello estetico. Dimenticando i culi da pubblicare su Instagram, le tette, la palestra”. Dovrebbero, come l’uomo, fortificare la fiducia riposta in se stessa. Una fiducia che nemmeno tanti tra i potenti sembrano avere, Harvey Weinstein su tutti.

  

“Weinstein ha esercitato una pressione psicologica sulle attrici e ha innescato un meccanismo malsano di dare e avere. Credo, però, che da un punto di vista seduttivo Weinstein abbia una bassissima concezione di sé. Quale uomo vorrebbe andare a letto con una donna per una forma di ricatto e pressione?”, si chiede l’ex divo hard.

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