Appelli, reading, flashmob, martirii per il 25 aprile. Quest'anno le polemiche sono state apparecchiate dal baraccone della Rai: personaggi e interpreti
Si sa che come specchio e laboratorio di isteria italiana, il 25 aprile è secondo solo a Sanremo. E come Sanremo, ormai anche il 25 aprile inizia una settimana prima. Quindi lunghissimo, faticoso e quest’anno completamente scuratizzato. Non le solite “polemiche e tensioni”, ma video, appelli, reading, flashmob, denunce, smentite, martiri letterari, commissioni di vigilanza, il più classico e sguaiato dei frittatoni Rai spacciato per censura, e “retweet spacciati come lotta partigiana sulle montagne” (copyright Guia Soncini). E si era solo al 22, 23 aprile. Perciò al 25 ci siamo arrivati spompati (ma c’è anche “l’after” sul Nove, l’inevitabile antifascismo in purezza di Scurati da Fazio, format che ormai vive di cadaveri sul fiume: vediamo-questa-settimana-che-merdone-pesta-la-Rai, e invitiamolo qui).
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE