Pessimi segnali dal Cairo L’Egitto governato dal Consiglio militare cammina a piccoli passi verso la dittatura. I soldati sono ancora amati da una parte forse maggioritaria della popolazione, perché sono considerati la sola barriera possibile contro l’anarchia – “Il Cairo è un mostro incontrollabile da 18 milioni di abitanti, che succede se scoppia la violenza? La Libia sarebbe uno scherzo a confronto”, è l’argomento condivisibile dei sostenitori. 30 OTT 2011
Le fasi dello scambio A lato del negoziato per Shalit, Hamas tratta per tornare a casa in Egitto Hamas molla Damasco e torna alle origini egiziane. Tra i tanti accordi sottobanco che assieme fanno il negoziato per la restituzione del soldato israeliano Gilad Shalit in cambio di mille prigionieri palestinesi, c’è anche un nuovo patto tra l’Egitto e Hamas. Il governo del Cairo ha promesso al gruppo di Gaza, o meglio, alla sua leadership in esilio pericolante in Siria, la possibilità di trasferirsi nella capitale egiziana in cambio di flessibilità nelle trattative appena concluse con Israele. 18 OTT 2011
Shalit torna libero, inizia lo scambio di prigionieri E' tornato in libertà Gilad Shalit, il soldato israeliano rapito nel giugno 2006 da un commando palestinese in un blitz sul confine tra lo stato ebraico e la Striscia di Gaza. La liberazione è avvenutain Egitto attraverso il valico di Rafah, da dove si è messo in viaggio verso Israele. In cambio della sua liberazione il governo di Gerusalemme ha stipato tre convogli di 133 detenuti palestinesi. Leggi A lato del negoziato per Shalit, Hamas tratta per tornare a casa in Egitto di Daniele Raineri - Leggi Nessun pentimento nelle donne che Israele libera per riavere Shalit Redazione 18 OTT 2011
Messaggere di morte Nessun pentimento nelle donne che Israele libera per riavere Shalit Israele ha amnistiato un totale di 924 ergastoli per avere indietro il soldato Gilad Shalit. Fra i nomi della lista dei 477 detenuti palestinesi che Gerusalemme s’appresta a scarcerare ci sono guerriglieri invecchiati come Nail Barghouti, in carcere da trent’anni, o Abed al Hadi Ganaim, che nel 1989 scaraventò un autobus israeliano da un dirupo, uccidendo sedici persone. Svettano le menti di alcuni degli attentati più sanguinosi: Walid Anajas uccise una dozzina di israeliani al Moment Café di Gerusalemme; Abdul al Aziz Salaha fece a pezzi due riservisti israeliani a Ramallah. 18 OTT 2011
Checkpoint Cairo Kristen Chick è corrispondente per il Christian Science Monitor, è appena tornata da Gaza, dove “in un anno non è cambiato nulla, soltanto le bandiere verdi di Hamas sono più sbiadite e più lacere e sì, un’altra cosa è cambiata: la popolazione non ne può davvero più del Partito islamico palestinese”. Ragioni pratiche: l’amministrazione è una delle peggiori che ricordano, anche perché si porta via con le tasse più della metà dei guadagni di ogni famiglia e non offre lo stesso livello di prosperità dei vicini che abitano nella Cisgiordania sotto il controllo dell’Anp. 16 OTT 2011
Benvenuto Barenboim La notizia che Daniel Barenboim sarà il nuovo direttore artistico della Scala e che il suo amore – corrisposto – per il nostro maggiore teatro d’opera è stato coronato da nozze in piena regola è un’ottima notizia. Del maestro nato in Argentina e dal 1952 vissuto in Israele, tutto è ormai leggendario: dal talento immenso – come pianista, fin da quando debuttò in concerto a Buenos Aires a sette anni, e come direttore – al legame con la moglie, la famosa violoncellista Jacqueline du Pré. Redazione 15 OTT 2011
Quale testa rotolerà al posto di Shalit? Morti o vivi, Israele ha promesso: nessun soldato resta indietro "Figlio mio, torna a casa presto, stiamo diventando vecchi”, ha detto il padre di Yehuda Katz, uno dei tanti avieri israeliani “missing”, scomparsi nelle mani dei terroristi che guerreggiano con Israele. L’angoscia di questo padre è oggi il risvolto della gioia composta con cui Noam Shalit ha accolto l’imminente liberazione del figlio Gilad. Il generale canadese E. M. Burns disse che non riusciva a comprendere come un intero paese, Israele, potesse “impazzire” per un proprio soldato prigioniero 13 OTT 2011
Un prigioniero politico sta morendo al Cairo. “Sto con Israele” Maikel Nabil Sanad è oggi al quarantaduesimo giorno di sciopero della fame dentro una prigione del Cairo. Secondo chi ha potuto vederlo è in pericolo di vita, ma giura che non interromperà il digiuno fino a quando non sarà liberato. Considerato che è malato di cuore e che il 10 aprile è stato condannato da un tribunale militare a tre anni di carcere, lui che pure è civile, ma questa è la norma, rischia di diventare il primo prigioniero politico a morire dopo le dimissioni del presidente Hosni Mubarak a febbraio. 04 OTT 2011