(Foto LaPresse)

Si può dormire tranquilli anche se il polo magnetico terrestre fa le bizze

Umberto Minopoli

Contro l'allarmismo cialtronesco di certe news scientifiche

Notizia riportata dai giornali: “Gli scienziati di tutto il mondo sono preoccupati: il polo magnetico terrestre, sotto osservazione da mesi, scappa verso nord, andranno in tilt le app (di navigazione e localizzazione, marittima ed aerea) e di guida dei programmi civili e militari. E peggio: si teme l’inversione della polarità magnetica terrestre con effetti catastrofici sulle attività umane”. Ho trovato amici su Facebook letteralmente atterriti da questa notizia. Ovviamente parziale, distorta e distorcente. Col risultato che la combinazione delle distorsioni, delle mezze verità, delle iperboli trasforma un’informazione vera e scientifica in poco più di una fake news o di una notizia falsa. È l’uso cialtrone invalso, anche sulle news scientifiche, nell’epoca del web: per distinguersi dal rumore e dal flusso caotico delle notizie, anche l’informazione scientifica, per catturare titoli ed attenzione, è costretta a iperboli ed esagerazioni. Che finiscono per spaventare invece che spiegare. È così che un fenomeno naturale, l’attività magnetica della Terra, essenziale e benefico per la vita e l’abitabilità del pianeta (a differenza di Marte o della Luna), diventa sui social fonte di paura, ansia e incomprensione. Come succede alla CO2 o ai gas serra che da gas innocui per la salute e benefici per la vita vegetale e l’abitabilità termica del pianeta, sono diventati per molti, e l’informazione non fa nulla per chiarire i termini reali, un veleno che ci ucciderà.

 

Cos’è anzitutto il polo magnetico terrestre? È la ragione per cui esistiamo. Nell’interno della terra (a differenza che in quello di Marte, della luna o di altri corpi celesti, non a caso non abitabili) è presente un nucleo solido e caldissimo, circondato da una parte fluida, di minerali (prevalentemente ferro). La funzione primaria di questo nucleo caldissimo, per la pressione che subisce dalla massa intera del pianeta e per il decadimento degli isotopi radioattivi (uranio ed altri) presenti dalla formazione del pianeta, è di tipo termico. Il pianeta ha un gradiente termico interno di 47 terawatt di potenza (di cui la radioattività dell’uranio è una gran parte) che lo rende abitabile. Ma c’è una seconda funzione essenziale del nucleo caldo: la parte fluida, che circonda quella solida, agitata dal movimento di rotazione terrestre, si comporta come una dinamo elettrica. L’agitazione del fluido genera correnti elettriche e magnetiche, che salgono in superficie, entrano in atmosfera e formano una rete di campi magnetici che circondano il pianeta. Pensate a una calamita agitata sotto un foglio di carta su cui è poggiata della limatura di ferro: si formano sul foglio linee di limatura che segnano le linee del campo magnetico. Ogni giorno questo campo interagisce con il vento solare o altre sorgenti cosmiche di particelle cariche (elettroni, protoni) e svolge molteplici funzioni positive: blocca una parte di particelle in particolari depositi atmosferici (fasce di Van Allen), devia il percorso di altre e lo indirizza verso i due poli (boreale e australe) del campo magnetico. Nei punti di intersezione tra i due poli e l’atmosfera l’energia delle particelle invadenti si trasforma in luce. Di qui lo spettacolo delle aurore boreali. E’ successo che, negli ultimi anni, è stato notato uno skittering, uno spostamento dell’asse nord del campo magnetico terrestre (dal Canada verso la Siberia). In sé niente di strano. Lo spostamento dell’asse è un evento continuo, naturale e imprevedibile. L’anomalia sembra risiedere nella velocità con cui, oggi, si verifica lo spostamento. Ma sia chiaro: il moto erratico del campo magnetico e dei suoi poli è un fatto naturale, dovuto, conosciuto e spiegato. Talmente conosciuto e studiato che si è fissato, addirittura, un calendario dei cicli dei movimenti dell’asse magnetico.

 

L’evento più radicale, l’inversione dei poli (il nord magnetico che diventa sud e viceversa) sembra avvenire con una periodicità di circa un milione di anni (l’ultima inversione si calcola sia avvenuta 780 mila anni fa). Ma la vita sulla terra esiste da periodi assai più lunghi. E nessun fenomeno estintivo o catastrofico è stato mai trovato in correlazione con l’inversione dei poli. La novità è che il nostro mondo è governato dai flussi elettronici, dalla folla di onde elettromagnetiche che immettiamo in aria, che fanno dialogare i nostri apparati e guidano le nostre applicazioni digitali. È questa attività elettromagnetica artificiale, certamente vitale per i contemporanei, che è influenzata dai movimenti erratici dei poli magnetici. Ma si tratta di questo. Del tutto strampalata la tesi, che pure si legge in questi giorni, della “possibile scomparsa, in caso di inversione dei poli, dello schermo protettivo, dai raggi cosmici, per le forme di vita sul nostro pianeta”. Questo non è mai avvenuto. Per una semplice ragione, che ognuno potrebbe sperimentare a casa con delle calamite: l’inversione dei poli magnetici non annulla o fa scomparire il campo. Si può determinare un certo caos magnetico nelle infrastrutture elettroniche ma non, certamente, fenomeni apocalittici per la vita. Infine, due osservazioni: il caos elettronico è costantemente monitorato, studiato e adeguato dagli operatori elettronici. Ogni giorno essi devono mettere in costante armonia i nostri strumenti e applicazioni con i movimenti erratici continui del campo magnetico terrestre; si tace, stranamente, negli articoli di questi giorni sul caos magnetico del fattore tempo. Si fa credere che le anomalie riscontrate (velocità della precessione dell’asse al nord e stabilità al sud) possano produrre l’effetto più radicale (inversione dei poli) in tempi umani. Parliamo della differenza tra un milione di anni o parecchie centinaia di migliaia di anni. Certamente un periodo più lungo di quello che Greta teme sia il tempo che ci rimane da vivere.

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