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Il paradosso della polemica fra Greta Thunberg e le ferrovie tedesche

Antonio Gurrado

L'ambientalista si è lamentata di aver viaggiato seduta sul pavimento di un treno sovraffollato. La Deutsche Bahn ha risposto che avrebbe piuttosto dovuto ringraziare per tutte le attenzioni che aveva ricevuto quando aveva viaggiato in prima classe

Il vero punto della polemica fra Greta Thunberg e le ferrovie tedesche non è tanto la ripicca sui social: per chi non lo sapesse, Greta si è lamentata di dover tornare dalla Germania alla Svezia seduta sul pavimento di un treno sovraffollato e la Deutsche Bahn si è dimostrata più infantile di lei, rispondendo che avrebbe piuttosto dovuto ringraziare per tutte le attenzioni che aveva ricevuto quando aveva viaggiato in prima classe, gnè gnè gnè. Il punto è il paradosso ambientalista sotteso alla polemica.

 

Per evitare che un treno sia sovraffollato, a rigor di logica, ci sono due opzioni. O si incrementano le emissioni ingrandendo i convogli, aumentando le corse, optando per mezzi alternativi tipo macchina o aereo. Ma questo è un male per l'ambiente. Oppure si mantiene la dimensione dei convogli, si conferma il numero di corse, si evita di ricorrere a mezzi più inquinanti a patto però di eliminare gli altri viaggiatori. Questo fa indubbiamente bene all'ambiente e, al solo prezzo del sacrificio di una parte della specie umana, presenta il beneficio ulteriore di consentire agli ambientalisti di viaggiare seduti più comodi.

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