Greta Thunberg? Svegliatevi!
Qualcuno vola sul nostro spirito pasquale e al posto di un ramoscello d’olivo porta un manifesto di procurato allarme
Bisogna denunciare Greta Thunberg per procurato allarme, articolo 658 del codice penale. Si specifica che azionare il detector antincendio laddove non esista immediato pericolo, per esempio in una scuola, è un caso particolarmente grave in questa fattispecie di reato. “La nostra casa è in fiamme”: così recita il titolo del libro diffuso da Repubblica. Non è vero, nemmeno in senso solo metaforico. Il titolo è ambiguo, dà ansia, mette a rischio la stabilità emotiva del pubblico di fronte a un’emergenza che non si vede. Il Times già riferisce che gli svedesi “provano vergogna” a imbarcarsi su un aereo, perché si è diffuso il procurato allarme sui cieli devastati dalle emissioni volanti. Gli aerei sono i nuovi tappeti volanti su cui viaggiano le streghe. Fossi un cretino cognitivo, direi che ci mettono, gli allarmisti, davanti a un nuovo Medioevo.
Non discuto la buonafede, sebbene essa lastrichi le vie dell’inferno. Discuto l’insensatezza, l’irrazionalismo. Intanto l’idea di dirci come sarà il futuro, che ha notoriamente molte più risorse di noi stessi, è aperto, è imprevedibile per definizione. Inoltre è stato già predetto, il futuro, mille volte nel passato. Questa è la sola certezza, di cui ha scritto qui con cognizione di causa il professor Ramella: secondo il club di Roma, dal 2000 noi viviamo senza acqua, che sete, e da allora non c’è più da mangiare, che fame. Fior di profeti scientifici hanno partorito nella loro mente, in esecuzione della loro idea di legge naturale, un mondo che avrebbe dovuto esserci, nella sua infinita penuria e miseria, invece non c’è. Per certi aspetti, quello che vediamo, tocchiamo con mano, esperiamo, è l’opposto.
Ora l’accento apocalittico è sull’urgenza, è direttamente emozionale, sempre meno mentale, sempre più in tempo reale, che è lo spazio precipuo della comunicazione in rete. La casa è in fiamme, non prendere l’aereo, non essere complice. Non abbiamo avuto comminata alcuna punizione per le predizioni di ieri, ecco che ci comminano la colpa per quelle sul domani. E’ un fenomeno religioso pericoloso, forse dovrei dire superstizioso: Nietzsche rimproverava al Dio incarnato dei cristiani di essersi preso la punizione e di averci lasciato la colpa. Qui è l’abominio: niente punizione, eppure la colpa. Siamo all’estremo limite della provocazione, è un evidente tentativo di farci vivere male, sottomessi, con il nostro impaurito consenso. E’ un’intimidazione alle anime, questa resa dei conti che non tornano.
L’Apocalissi è un disvelamento, è l’altra faccia, terminale e inaugurale, della rivelazione. C’è dietro un pensiero, c’è una fede scritturale, roba forte. Questo vento apocalittico è invece, per quanto maligno, sprovvisto di pensiero o di fede. Non si può rispondere chiedendo le prove. Un procurato allarme, quando si grida “al fuoco!” e il fuoco non c’è, è la prova in sé di un annuncio avvelenato, in questo caso dall’ideologia, dall’idolatria. La bambina sapiente è chiaramente, dall’alto della sua stessa visitazione e malattia, tratto che eleva, che edifica la profezia, un idolo per la folla. E noi siamo la folla che deve credere nell’infallibilità della scienza, una fetta di scienza contraddetta e sbeffeggiata da un’altra fetta. Ma è la cosca vincente della discussione, è la manifestazione settaria di un potere che si insinua nelle nostre case con la voce forte che impone osservanza e rispetto: la casa brucia. Il mondo è impasticciato, è inquinato, il sole fa quel che vuole, come sempre è successo, la nostra capacità di rilevare le tendenze è accresciuta, la nostra propensione a nuocere all’ambiente anche. Ma quelli del riscaldamento sono problemi tecnici e politici, cose complicate che non possono essere lasciate alle emozioni, faccende che implicano potere, denaro, strategie, fedeltà e spirito di casta. Qualcuno vola sul nostro spirito pasquale e al posto di un ramoscello d’olivo porta un manifesto di procurato allarme. Sveglia!
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