Foto di Sergey Dolzhenko, via Ansa  

l'analisi

L'Ucraina vuole entrare nella Nato, ma ha davanti tre ostacoli

Antonia Ferri

Zelensky ha tre problemi da risolvere prima di riuscire a portare il suo paese nell'Alleanza atlantica, nonostante la richiesta di procedura accelerata: uno legale, uno diplomatico e uno strategico

Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky ha annunciato sui suoi canali social che richiederà formalmente l'adesione accelerata alla Nato. Lo ha fatto nel pomeriggio, a seguito del discorso tenuto oggi al Cremlino da Vladimir Putin, che ha annunciato l'annessione delle quattro regioni occupate in seguito ai referendum: Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Luhansk. Ma ci sono tre ostacoli per cui l'ingresso dell'Ucraina nella Nato per ora sembra un'ipotesi piuttosto complicata.

 

Primo punto: legale

Il primo scoglio per l'adesione dell'Ucraina all'Alleanza atlantica è di tipo legale. Il fatto stesso che l'Ucraina sia un paese in guerra, da regolamento, ostacolerebbe l'ingresso nell'Alleanza atlantica, secondo la norma per cui non ci si allea con paesi in conflitto. 

 

Secondo punto: politico-diplomatico

Il secondo problema riguarda l'assetto diplomatico e la disponibilità da parte dei paesi già membri della Nato di approvare l'entrata dell'Ucraina. Da questo punto di vista, il quadro si complica. Nel caso dell'ingresso di Svezia e Finlandia - già da tempo in trattativa per unirsi all'Alleanza - l'iniziale contrapposizione della Turchia ha provocato rallentamenti. Così potrebbe succedere anche con il paese di Zelensky. Già per l'ipotesi dell'ingresso del paese invaso all'interno dell'Unione europea, le nazioni si erano divise, con il presidente Emmanuel Macron che aveva mostrato cautela e scetticismo in merito: “L’Ucraina con la sua lotta e il suo coraggio già oggi è membro del cuore della nostra Europa, della nostra famiglia e della nostra Unione, ma, anche se le concederemo domani lo status di candidato, sappiamo tutti perfettamente che il processo durerà diversi decenni”. La Germania di Olaf Scholz aveva poi rivelato la stessa cautela riguardo al possibile invio di armi. I due membri di peso dell'Alleanza atlantica potrebbero non rendere immediato l'ingresso dell'Ucraina, così come molto probabilmente potrebbe fare l'Ungheria, ramo filorusso europeo e atlantico. Insomma, per ottenere un accordo di tutti e ratificare l'adesione ci vorrebbe del tempo.

 

Terzo punto: strategico-operativo

L'ultimo ostacolo, forse il più dirimente, è strategico e militare. Il comprensibile ragionamento di Zelensky si potrebbe tradurre in questo modo: con l'annessione delle quattro province occupate, adesso la Russia ha un'arma di ricatto, anche da un punto di vista nucleare; ciò le permetterebbe di tentare una nuova offensiva all'interno del territorio di Kyiv e, con la minaccia atomica, bloccherebbe la controffensiva delle forze armate ucraine. Anche per questo Zelensky potrebbe aver annunciato proprio oggi di voler richiedere l'adesione. Per la Nato c'è però un grande ostacolo operativo: per garantire protezione all'Ucraina, l'Alleanza avrebbe bisogno di creare avanposti e schierare truppe in punti cruciali e strategici, nonché di essere in grado di farlo nel migliore dei modi e con le migliori strategie. Tempi troppo ristretti non glielo permetterebbero. E una condizione di debolezza della Nato potrebbe non essere un buon biglietto da visita. Non solo s'intaccherebbe la sicurezza dell'Ucraina, ma anche la credibilità dell'Alleanza come potenza a livello internazionale.