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Roma Capoccia - Spina di Borgo

La cerchia del Papa si è chiesta perché a Kyiv lo spernacchiano e a Mosca lo ringraziano?

Matteo Matzuzzi

Il punto di vista del popolo ucraino nei confronti del Pontefice è cambiato. Dall'inizio della guerra sono stati mossi diversi passi falsi che fanno applaudire i russi

Il vescovo latino di Kyiv, mons. Vitaliy Krivitskiy ha detto che “se parliamo del popolo ucraino in generale, certamente il loro punto di vista verso il Papa è cambiato. Prima della guerra, secondo le statistiche, il 64 per cento del popolo ucraino appoggiava il Papa. Oggi il livello delle persone che appoggiano il Papa è poco più del 6 per cento”.

Attenzione: il vescovo è latino, quindi non vale la “scusa” secondo cui i greco-cattolici hanno sempre qualcosa da ridire perché sono nazionalisti. Il fatto è più semplice di quel che tante analisi, più o meno dotte e più o meno qualificate, azzardano per giustificare l’atteggiamento a tratti confuso e improvvisato di Francesco: in un anno e mezzo di guerra, i passi falsi e gli errori di Santa Marta (non della Segreteria di Stato, ma del circolo che circonda e consiglia il Pontefice, sovente male) sono stati diversi, al punto che mentre gli aggrediti (gli ucraini) non hanno più fiducia in Francesco, gli applausi al Papa arrivano da Mosca.

Sicuri che, stando così le cose, vada tutto bene e che la comunicazione (nonché la narrazione vaticana) sia stata proprio esente da problemi? Il Papa si dice sofferente se a Kyiv dubitano del suo sostegno. Ma si è chiesto perché a Mosca lo ringraziano un giorno sì e l’altro pure? Domande in tempo di guerra.

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.