Foto dalla pagina FaceBook "Hotel Butterfly"

Roma capoccia

Una sera all'Hotel Butterfly, club (a scadenza) in cui ogni stanza è una sorpresa

Gianluca Roselli

Esperimento di "temporary house" che prende spunto dal film Grand Budapest Hotel. Uno dei locali che più ha fatto tendenza nelle ultime estati capitoline

“In consolle ci salgo poco. Giusto al mio compleanno e in qualche altra occasione speciale. Per il resto mi piace fare il direttore artistico e far crescere le nuove generazioni di dj”. A parlare è Giancarlo Battafarani (Giancarlino), un’istituzione del clubbing romano, ideatore del Goa insieme a Claudio Coccoluto, locale che ha fatto la storia delle notti capitoline. Ora il Goa non c’è più (dopo la chiusura per Covid è stato venduto lo stabile), ma c’è l’Hotel Butterfly, esperimento perfettamente riuscito di “temporary house”, ovvero quei locali appunto “temporanei”: il Butterfly apre a maggio e va avanti fino al 30 settembre. Gli altri soci sono Daniele Quattrini, Edoardo Caracciolo e Vittorio Palladino. L’idea, che prende spunto dal film Grand Hotel Budapest, è quella di un club come un hotel, dove in ogni stanza c’è una situazione diversa, con grande spazio alle perfomance con gli show del teatro itinerante della Compagnia della Farfalla. Il primo anno è stato ospitato all’interno del complesso delle ex caserme di Via Guido Reni, da cinque anni è all’interno del Foro Italico, prima nella villetta ex Ruggieri, davanti al circolo del tennis, e ora nello spazio vicino alle piscine. 

Parliamo del Butterfly perché, insieme al Sanctuary, è il locale che ha fatto più tendenza nelle ultime estati in città. Insomma, almeno una volta a stagione un salto al Butterfly bisogna farlo. Col tempo il locale è cambiato: se prima tutta l’attenzione era concentrata sull’after dinner e sul dancefloor, ora si punta sull’aperitivo e sulla cena. I ristoranti sono due: il Sushi Garden, con lo chef giapponese Koji Nakai, e la Terrazza, con la formula “smoked & salad”. Noi ci siamo stati di lunedì, alla serata Funkinferno (musica funky rigorosamente in vinile), molto piacevole e divertente. Martedì e mercoledì c’è musica elettronica, giovedì va in scena la storica serata Ultrabeat del Goa, il venerdì è trap e hip hop con Touch the wood, il sabato è deep house con la serata Nozoo. 

In un angolo nascosto del locale c’è il “club più piccolo del mondo”: una minuscola pista con dj e musica diversa e un bar che vende solo liquori mignon, come quelli dei frigobar degli alberghi. Una chicca. Il lunedì c’è pure un banchetto di vinili, se volete fare acquisti. “Dopo il Covid purtroppo molti locali non hanno riaperto. Ma oggi il modo di vivere la notte è cambiato: si tende a fare meno tardi, ci si concentra sulla prima parte della serata. Però un bel club, con la giusta location, la musica di qualità, il mixology di livello (qui i drink sono curati da Fabrizio Opipari, ndr), alle persone piace sempre”, racconta Giancarlino. Che a Roma ha pure Le Madelein, bistrot ristorante di gran successo in Prati. Dallo scorso anno il Butterfly prende vita anche d’inverno con quattro eventi al mese alle Officine Farneto

“A me ha aperto la testa l’acid jazz negli anni Novanta. Per una serata mi preparavo due giorni, ho circa 35 mila dischi. A Roma manca un bel locale per gente adulta e un piccolo club dove fare più tendenza e far crescere i giovani dj”, sostiene Giancarlino. Che di ragazzi ne ha presi tanti: Gianmaria (figlio di Coccoluto), Ariel, Iride, solo per citarne alcuni. Il Butterfly collabora con Sport e Salute: quest’anno ha curato una parte dell’ospitalità degli Internazionali di tennis e altri eventi sportivi. C’è stato poi l’after show di Carl Brave dopo il concerto all’Olimpico, è passata Noemi, e pure Victoria dei Maneskin si è scatenata dopo lo show allo stadio. Qualche sera fa c’era Edoardo Leo. “Di amici ne passano tanti, ma ci piace rispettare la loro privacy. I fotografi non li facciamo entrare…”, dice Giancarlino. L’ingresso è gratuito con selezione. La serata prosegue con scatenati ritmi funky e attorno al dj compaiono quattro diavolesse. Di recente Giancarlino è comparso in Roma Caput Disco, docu-film realizzato da Corrado Rizza sul periodo d’oro delle discoteche romane degli anni ’80, con dj come lo stesso Rizza e Marco Trani. Locali che non ci sono più: il Much More, l’Easy Going, l’Open Gate e molti altri. Non perdetevelo, sta su Raiplay. 

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