Il concerto di Vasco Rossi all'Olimpico di Roma (Ansa)

Roma capoccia

Olimpico Rock, un'estate da record per i concerti allo stadio  

Gianluca Rosselli

Diciotto concerti in un mese, da Vasco Rossi ai Depeche Mode, quasi tutti sold out: se mai si costruirà un nuovo impianto  ecco che lo stadio dove attulamente giocano Roma e Lazio, ha già una seconda vita

Olimpico rock. Mai come quest’anno lo stadio della capitale è stato utilizzato per i concerti. Tra giugno e luglio ce ne sono stati 18, un record. Quasi uno ogni tre sere. La maggior parte sold out. Intendiamoci, concerti negli stadi ce ne sono da sempre – molti sono entrati nell’immaginario collettivo e della storia del rock – ma numeri come in questo 2023 non si erano mai visti. Segno che lo stadio è un luogo assai gradito al pubblico per vedere e sentire il proprio cantante o gruppo preferito. In una città dove, tra l’altro, le location scarseggiano: per i grandi eventi ci sono Capannelle, PalaLottomatica e Circo Massimo. Al palazzetto dell’Eur, però, l’acustica è pessima, mentre al Circo Massimo oltre la metà del prato si vede malissimo, praticamente solo sui megaschermi. All’Olimpico, per la minor distanza dal palco (che viene posto sotto la tribuna Tevere), questo rischio è scongiurato.

Per farsi un’idea, ci sono stati Gazzelle, due volte Vasco Rossi (120 mila spettatori), Blanco, due volte i Maneskin, tre concerti Ultimo (195 mila), Ligabue, i Pooh, i Muse, i Depeche Mode, due volte Tiziano Ferro, per finire il mese con il doppio dei Pinguini Tattici Nucleari. Poi si riprenderà a settembre, con sei concerti di Claudio Baglioni, ma al centrale del Foro Italico. La pausa agostana è dovuta alla ripresa del campionato, il 20 agosto. C’è da fare la rizollatura del prato: l’Olimpico ha il manto tutto in erba naturale a differenza di San Siro, dove c’è un sistema misto naturale/sintetico.

Quarantacinque ore di live show, per oltre un milione di spettatori, per 51 milioni di incasso totali. A Sport e Salute, la società concessionaria guidata da Vito Cozzoli, va una percentuale di affitto e il 9 per cento sull’incasso di ogni singolo concerto: il range è tra 150-300 mila euro di entrate a concerto. “Denaro che poi viene reinvestito tutto nello sport, in una sorta di economia circolare”, sottolineano da Sport e Salute.

Un successo clamoroso. Che regala una nuova veste allo stadio. “L’Olimpico è molto richiesto dagli artisti perché offriamo una serie di servizi eccellenti. Siamo abituati a gestire il grande pubblico: basti pensare che la Roma l’anno scorso ha fatto 65 mila persone ad ogni partita tra abbonamenti e biglietti. Ma in futuro vogliamo puntare sempre più su eventi e concerti”, spiegano ancora da Sport e Salute. Si vuole già disegnare una second life dell’Olimpico se davvero la Roma emigrerà con un nuovo stadio a Pietralata? Chissà.  

Oltre al calcio, lo stadio ospita il rugby, con il Sei Nazioni, e il Golden Gala, mentre nel 2024 ci saranno gli Europei di atletica. A volte negli spazi adiacenti alla tribuna Monte Mario vengono ospitati eventi privati: qui lo scorso autunno si celebrò la festa per il compleanno di Formiche.net. All’interno dello stadio c’è anche un museo, con tour guidato, spogliatoi compresi. Al Foro Italico, invece, in autunno si trasferirà Fiorello col suo Viva Rai 2, dopo i problemi con i residenti di Via Asiago.

Non tutti, però, amano i concerti allo stadio. “Più che di musica a mio parere di tratta di happening, appuntamenti dove si può dire: io ci sono stato. L’alto numero di concerti all’Olimpico è il segno della mancanza di spazi per la musica in città. E poi il grande evento si mangia tutto, polarizzando l’attenzione e magari togliendo spazio ai piccoli”, osserva Emilio Pappagallo, direttore di Radio Rock.

L’Olimpico in versione rock, però, ai romani sembra piacere parecchio. Residenti a parte: da Vigna Clara al Fleming alla Camilluccia dove ora, oltre le partite, si deve tener d’occhio anche il calendario dei live per non finire imbottigliati nel traffico.

 

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