Roma Capoccia

A Roma mancano 5 mila taxi, ma ad aumentare sono le tariffe

Gianluca De Rosa

In uno studio del 2019 le auto in più che servirebbero. E mentre il sindaco Sala a Milano aumenta le licenze, a Roma Gualtieri annuncia che a salire saranno invece i prezzi delle corse

 Roma ha bisogno di 5 mila nuovi taxi che, aggiunti agli attuali 7.755, porterebbero il numero di auto bianche in città a quasi 13mila, un aumento del 65,5 per cento in grado di garantire alla capitale 452,48 taxi ogni 100mila abitanti, circa la proporzione che offre una città dove il servizio funziona molto bene, Madrid. A dirlo è uno studio del 2019 di Roma servizi per mobilità, l’agenzia del comune che si occupa di pianificazione e monitoraggio del trasporto pubblico locale e di quello privato. Nel documento vengono valutati diversi scenari che prevedono in ogni caso un aumento: da un minimo di 2 mila licenze aggiuntive fino al massimo già citato di 5 mila nuovi taxi. Lo studio tiene anche in considerazione l’introduzione di un software per la gestione dei turni, le doppie guide e altre misure volte a rendere più efficiente il servizio svolto dai taxi al quale il Campidoglio sta già lavorando, ma che, visti i numeri, difficilmente basteranno. Seguire le indicazioni dell’agenzia renderebbe forse meno titanica l’impresa di prendere un taxi la domenica o negli orari serali. Forse,  finalmente davanti a Termini non si vedrebbero più le file interminabili denunciate via social dai cittadini.

 A richiedere il documento all’agenzia nel 2019 fu il dipartimento Mobilità che intendeva rimettere a bando circa 150 licenze sospese per morte del titolare. Poi ci fu il Covid e non se ne fece più nulla. Oggi, quando i flussi turistici sono tornati ai livelli pre pandemici, quella carenza di taxi è tornata a tutti palese. Resa ancor più preoccupante da un fatto: il 31 dicembre 2024, tra meno di un anno e mezzo, comincerà il Giubileo. Previsti tra i 30 e i 40 milioni di turisti in città. Ma Gualtieri ha deciso di non procedere subito con l’aumento delle licenze. Anzi. L’unica novità riguarda le tariffe: cresceranno.  E’ in corso una trattativa per portare almeno ad otto euro la “corsa minima”, rispetto ai tre attuali, e a 60, invece di 50, la tariffa dall’aeroporto di Fiumicino alla città. Spiegava ieri il sindaco: “Aumentare  la tariffa minima serve perché quella attuale è troppo bassa e dunque non attrattiva”. Il non detto è che i tassisti – che pure sono trasporto pubblico locale e non semplici imprenditori – non andrebbero a Termini perché con le corse dalla stazione si guadagna troppo poco.


A differenza di Gualtieri il sindaco di Milano Beppe Sala ha deciso di affrontare di petto la questione: ha approvato una delibera di giunta per aumentare di mille unità le licenze. Due giorni fa è stata inviata la richiesta formale a Regione Lombardia. Anche Gualtieri ha promesso che un aumento ci sarà, ma fino ad adesso non è andato oltre le dichiarazioni. Attende. Lo scorso 23 giugno ha firmato un’ordinanza per introdurre la “doppia guida”, la possibilità per il tassista di trovare un familiare a cui affidare la propria auto per un turno aggiuntivo di ulteriori otto ore. “Così avremo mille taxi in più”, aveva promesso il sindaco. Questa strada Milano l’aveva già intrapresa, ma, come dimostrato dalla scelta di Sala di aumentare le licenze, non è servita. Nel capoluogo lombardo – dove le “doppie guide” attive erano già 394 – hanno aderito altri 90 tassisti in circa due mesi e mezzo (il bando è stato aperto a metà a aprile e chiuso il 30 giugno). Non proprio un successo. Anche a Roma non sembra possa andare molto diversamente. Le adesioni – filtra dal dipartimento – sono per adesso pochissime. “Invito i tassisti ad aderire perché l’aumento delle licenze dipenderà anche dal numero di adesioni alla doppia guida”, ha ripetuto spesso Gualtieri. Della serie: io provo a venirvi incontro, ma voi datemi una mano. Dal dipartimento Mobilità spiegano che si potranno avere i primi numeri solo a novembre. Tra quattro mesi. Un mese e mezzo in più di quanto è servito a Milano per aprire, chiudere il bando e decidere di procedere con le nuove licenze. “Ci sono gli adempimenti burocratici, c’è agosto, le ferie...”, spiegano dal dipartimento. Ma il vero problema sono i tempi. Gualtieri in caso di bassa adesione, ha già promesso che aumenterà le licenze, ma per evitare una figuraccia internazionale deve riuscire ad avere i nuovi taxi prima dell’inizio del Giubileo. Il tempo scarseggia, le regole sono molto farraginose, la normativa complessa, la corporazione la più pugnace di tutte. Il sindaco, insomma, cosa aspetta? A Milano adesso ci sarà una lunga procedura di studio e valutazione. Solo dopo potrà essere scritto e pubblicato il bando per l’assegnazione delle nuove licenze. Tempo previsto per l’espletamento della gara a palazzo Marino: sei mesi. Insomma, ci vorrà, se va bene un anno. A Roma probabilmente di più. Conviene muoversi.

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