Calcutta in concerto (foto dal suo profilo Instagram)

Non c'è solo Sanremo

Giuseppe Fantasia

Le danze del sottosegretario Spadafora, le supercazzole di Kim Rossi Stuart e la sparizione di Cattelan

Roma fuori dal coro, almeno per una sera. Chi vuole perdersi Sanremo, “un pendolo che oscilla tra ‘Ma chi è questo?’ e ‘ma davvero questo è ancora vivo?’” – la migliore definizione di sempre letta su Twitter – si ritrova al PalaLottomatica all’Eur. L’omaggio a Virginia Raffaele che lì ha il suo circo, quello vero, c’entra poco. Città deserta, tutti o quasi in quel luogo con poco ossigeno e un’alta quantità di odori facilmente immaginabili. Per chi? Per Calcutta, il cantante indie più amato dai ragazzini, assiepati tra gli spalti “ci incontreremo a Venezia, ma ci sposeremo a Pomezia” – la sua città che cita sempre, fino a sfinirci, per lui più importante di Roma “che mi ha fatto del male”, figuriamoci Milano, “una corsia d'ospedale”. Insomma, pura poesia.

    

“Vedere il male nell’altro ci dà l’illusione di esser sani”, ci ricorda Kim Rossi Stuart in uno store sull’Appia, manco fosse Kierkegaard, ma da uno che ha scritto un libro intitolato “Le Guarigioni”, c’è da aspettarselo. E’ in splendida forma, invece, Roberto Pisoni, romano doc e direttore di Sky Arte, a cui Dino Vannini, il suo braccio destro, ha organizzato un party a sorpresa ad alto tasso alcolico. Il giorno dopo va a Londra perdendosi il torneo di Burraco chez-Remo Tebaldi e Cristina Pepe, coppia di super boss (Sky Branded Channels, lui, agenzia Better Now lei). La serata dura più di un matrimonio pugliese, divertimento compreso. C’è chi regala pinelle (Marisa Passera), chi va a comprare altro vino (l’artista Job Smeets e la compagna Rebecca Sharkey), chi si scrive “believe” sulle mani (Maurizio Cattelan) e chi vince tutto, l’avvocato dei politici Raphael D’Onofrio e – ça va sans dire – il pr Paride Vitale che, non contento, ci porta al Plastic con l’autore del dito medio in piazza Affari che non esce mai dal privé mancando l’incontro con la dj Stryxia che ha fatto ballare chiunque, anche Vincenzo Spadafora, ma in quel caso c’è stato un movimento a poche stelle.

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