Antonio Martino negli anni 90 (LaPresse) 

preghiera

All'amante della libertà, per amico c'è rimasto solo Dio

Camillo Langone

Me ne convinco sempre di più leggendo “Il Padreterno è liberale. Antonio Martino e le idee che non muoiono mai”, il libro in cui Nicola Porro fissa le parole di quel grande che smascherava il coro statalista italiano

“Il Padreterno è liberale. Su questo non si discute. Il concetto di peccato e quello opposto di virtù hanno senso soltanto se la persona è libera di scegliere l’uno o l’altro”. Così poco prima di morire ha detto Antonio Martino a Nicola Porro, parole oggi fissate dal giornalista più liberale d’Italia in un libro intitolato per l’appunto “Il Padreterno è liberale. Antonio Martino e le idee che non muoiono mai” (Piemme). Grande, amaro godimento quando Martino liquida Guido Carli (“Con due frasi apparentemente innocue ha scassato l’Italia”) e Mario Draghi, allievo di Federico Caffè e “sinistro quanto lui”. Tutti più o meno sinistri e tutti più o meno statalisti, i politici italiani, e da tempo immemorabile: “Il Partito liberale italiano era composto da membri che erano tutti di sinistra”, “Malagodi non era liberale. Alla fine era più a sinistra della sinistra”, “Il panorama politico italiano prima di Berlusconi era un coro a una voce sola: statalismo fascista, statalismo comunista, statalismo cattocomunista, tutti statalisti”. Adesso poi è arrivato l’ambientalismo, “una bestia tremenda, rispetto al pericolo marxista credo sia maggiore”. Chiudo il libro ancora più convinto che all’amante della libertà, in Italia, “per amico c’è rimasto solo Dio” (come in una vecchia canzone di Mina).

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).