"Estate" di Francesco Messina (Wikimedia Commons) 

preghiera

Gli scultori, ultimi devoti della materia quando tutto si smaterializza

Camillo Langone

Al Mart di Rovereto si svolge "Canova tra innocenza e peccato", e si possono ammirare autori di corpi dannatamente attraenti come Giuseppe Bergomi, Elena Mutinelli, Francesco Messina. Santi dell'arte consegnati a una vocazione antimoderna e totale per il reale

“Questo ostinato credere nella materia quando tutto, tutt’intorno, si smaterializza…”. I devoti del marmo, del bronzo, della pietra, dell’alluminio, del gesso, della terracotta, dell’onice, del legno, e della carne, vadano in pellegrinaggio a Rovereto ovvero al Mart, santuario della bellezza multiforme, dove fino al 18 aprile si svolge “Canova tra innocenza e peccato”. Una mostra eccitante, poco innocente (ammesso che a questo mondo l’innocenza possa esistere) e molto peccaminosa, nel cui catalogo ho scritto degli scultori santi ossia degli scultori contemporanei scelti da Sgarbi & Curatori per affiancare il Canova: non santi del calendario ma santi dell’arte, credenti nella materia, celebranti della durata, consegnati a una vocazione antimoderna e totale per il reale. Penso ad autori di corpi dannatamente attraenti come Giuseppe Bergomi ed Elena Mutinelli e pure, novecentesco, Francesco Messina… Artefici forati dalle stimmate della passione per il tangibile, senza il cui sacrificio non esisterebbe questa mostra edonistica, da mordere.

  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).