Preghiera

Pittori italiani e algoritmi californiani. Una mostra deserta per artisti anti-social

Camillo Langone

I numeri grandi della visibilità artistica si trovano su internet, dove i confini non esistono e la tirannia dilaga. Una mostra con capezzoli per tutti i censurati

    Sarebbe bello che Philip Guston, boicottato dal sistema dell’arte americano, venisse davvero esposto in Italia. Sarebbe la prova che i confini esistono ancora, e che servono, in questo caso a frenare l’espansione di una tirannia ideologica. Ma finirebbe esposto in una galleria o nella migliore delle ipotesi in un museo, dove farebbe comunque numeri piccoli.

     

    I numeri grandi della visibilità artistica si trovano su internet, dove i confini non esistono, dove la tirannia dilaga. I pittori italiani vivono sotto la spada di Damocle degli algoritmi californiani, innanzitutto i pittori dediti al nudo come prima di loro Michelangelo, Reni, Cagnacci, Hayez…

     

    Vorrei dedicare una mostra, da intitolarsi “Censurati”, a Saturno Buttò, Pierluca Cetera, Francesco De Grandi, Roberto Ferri, Giovanni Iudice, Federico Lombardo, Riccardo Mannelli, Giovanni Manzoni Piazzalunga, Jara Marzulli, Silvia Paci, Daniele Vezzani, artisti spesso bloccati dai social, impossibilitati a mostrare tutte le loro opere nella loro interezza.

     

    Una mostra con molti capezzoli siccome gli algoritmi ce l’hanno in particolare coi capezzoli (domandarsi il motivo). Anche questa mostra farebbe numeri piccoli, temo. Qualcuno si occupi allora dei numeri grandi: un social italiano? Un social europeo? Un social mondiale e però, chissà come, libero?

    • Camillo Langone
    • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).