il retroscena

Elly Schlein a Bari tra retropalco e cena con Emiliano e Decaro

Gabriele De Campis

La leader è stata da sola sul palco nel comizio in piazza, comparendo solo con Angelo Bonelli e il candidato sindaco proposto dai dem, Vito Leccese. Per Emiliano e Decaro nessuna ribalta, solo l’incontro a cena

C’è il palco, il retropalco e la cena lontani dai riflettori. La frontwoman è lei. Arriva a Bari per il comizio della rottura con il M5S e del riscatto della sua comunità dem, in uno dei pomeriggi più movimentati della storia recente del “campo largo”, ora ristretto di colpo unilateralmente da Giuseppe Conte, passato da avvocato del popolo a solerte “annullatore di primarie”.  Elly Schlein ci “mette la faccia” nella polveriera pugliese della doppia tornata di inchieste e arresti che toccano il centrosinistra, e mette in chiaro due capisaldi: “Non vogliamo voti sporchi o comprati” e soprattutto “basta al trasformismo”.

 

Il programma della giornata prevedeva prima dei big una violista, musica pop e divertentismo, e i comizi solo dei leader nazionali, Elly e Angelo Bonelli, insieme al candidato sindaco di Bari per il Nazareno, Vito Leccese. Nessuna presenza sul palco per i due campione dem pugliesi, Michele Emiliano e Antonio Decaro (l’ultima volta insieme sulla scena c’è stato il memorabile guaio del racconto dell visita a casa della sorella del boss). Sono stati solo salutati dal presentatore, il comico Antonio Stornaiolo, celebre negli anni novanta per la sit-com “Toti e Tata”, in cui la sceneggiatura di Gennaro Nunziante - poi campione d’incassi con Checco Zalone - fustigava i vezzi e i vizi della borghesia barese. Un passaggio fugace, dunque, un sorta di “bravi anche Decaro e Emiliano”. Basta.

 

Dal palco al retropalco. Ecco, Emiliano ha salutato la segretaria salendo dalla scaletta posteriore, lontano da media e fotografi. Poche parole, forse di circostanza, qualche battuta, e poi il governatore è tornato bel backstage.

 

Nell’intervento di Elly furiosa, la leader - in un passaggio ha elogiato Decaro, candidato e punta di diamante della liste meridionale per le Europee - ha chiuso alla tarantella dei voltagabbana che hanno puntellato le maggioranze di centrosinistra (diventate talmente estese in Puglia da comprendere ad un certo punto il sindaco-camerata di Nardò Pippi Mellone e lo storico dell’antica Grecia e dell’Urss Luciano Canfora): “Basta con quelli che stanno un po’ di qua e un po’ di là. Restino di là, che noi stiamo meglio senza di loro”. E la piazza esplode in un quasi boato liberatorio. Il destinatario del messaggio? Più di uno. Non solo lo sceicco Emiliano che ha vandalizzato lo spazio conservatore con un serie di acquisizioni senza fine, ma anche i rivali della sinistra a trazione grillina, che poche ore prima avevano denunciato la malattia del trasformismo. Dimenticando che nessuno qui è senza macchia rispetto al peccato delle giunte ibride. Perfino il postcomunista Nichi Vendola scelse come assessore al Bilancio del suo governo regionale un consigliere regionale eletto in An, Leo Di Gioia…

 

E così Elly, tenendo nel retropalco Emiliano, prova ad archiviare visivamente la stagione di fine impero della “primavera pugliese” con le sue rovinose inchieste giudiziarie culminate nelle dimissioni dell’assessora indagata dem Anita “Clarabella” Maurodinoia. Ma per portare avanti, non senza azzardi ed equilibrismi, la missione dem di consolidare i consensi per le Europee, dopo la manifestazione è andata a cena con Decaro (facendogli perdere la partita del Bari al San Nicola) e il governatore. Un dettaglio del menù: niente crudo di mare, la segretaria non apprezza la specialità tutta barese...