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Editoriali

Conte a Bari rompe col sistema clientelare di Emiliano e Decaro

Redazione

La decisione dopo l’inchiesta per voto di scambio. E ora apre una via d’uscita al candidato Michele Laforgia: il leader del M5s fa politica, Schlein non sa cosa sia

Con un colpo a sorpresa, Giuseppe Conte rompe con il Pd a Bari. “Legalità, trasparenza, contrasto di qualsiasi forma di corruzione e inquinamento del voto, la lotta ai clan e alle mafie sono premesse indispensabili”, ha detto leader  del M5s: “Non ci sono le condizioni per svolgere le primarie a Bari”. Conte era nel capoluogo pugliese proprio per chiudere la campagna delle primarie, che dovrebbero tenersi domenica 7 aprile, per la scelta del candidato sindaco di centrosinistra. Doveva partecipare alla festa, ma l’ha fatta saltare. La decisione arriva dopo l’inchiesta per voto di scambio che ha portato alle dimissioni dell’assessore regionale Anita Maurodinoia (Pd) e all’arresto di suo marito. Ma, soprattutto, arriva un mese dopo l’inchiesta con 130 arresti sulle infiltrazioni mafiose nel comune.
 

Poco prima dello strappo di Conte, il candidato sostenuto dal M5s Michele Laforgia aveva detto che “a Bari i voti si comprano e per questo non si dovrebbero fare le primarie”. Per il Pd “La scelta di Conte è incomprensibile”. Al momento, quindi, non è  chiaro cosa succederà, se domenica si voterà o meno. Ma Conte ha varcato il Rubicone dando tre segnali politici. Prende le distanza dalla retorica del Pd, della filiera di potere Emiliano-Decaro, che ha reagito all’ispezione del ministero dell’Interno sulla situazione a Bari come un oltraggio nei confronti della città. Dove però, tra inchieste, trasformismo, clientelismo e morti ammazzati, il problema non solo esiste ma non può essere più nascosto. In secondo luogo, Conte apre una via d’uscita a Laforgia, uno stimato penalista, un candidato civico di sinistra ma apprezzato trasversalmente, che rischia di essere travolto in primarie dove il voto clientelare e organizzato è saldamente in mano alla filiera di potere che propone il candidato di continuità Vito Leccese. Infine Conte, pur facendosi dettare i tempi dalle procura, dimostra una certa autonomia: si allea o meno, di volta in volta, in base a convenienze e convinzioni. Al contrario di Elly Schlein, che sembra capace di suonare un solo spartito, a prescindere dalle condizioni politiche e dal contesto locale.