Ansa 

trattative tra alleati

Dopo la sconfitta in Sardegna ora il centrodestra pensa alle primarie per Cagliari

Giulia Casula

Le dimissioni del sindaco Paolo Truzzu, sconfitto alle regionali, aprono la partita per le amministrative di giugno e i Riformatori Sardi pensano di far scegliere il candidato ai cittadini. Aperture da Forza Italia: "Perchè no?" dice Pietro Pittalis. "Strumento utile ma non sempre premiano il migliore", commenta Gasparri

Il “vento del cambiamento” continua a soffiare in Sardegna ma questa volta a essere protagonista è il centrodestra, che in vista delle elezioni amministrative di Cagliari apre all’ipotesi primarie. Il sindaco meloniano Paolo Truzzu si è dimesso dopo aver perso nella corsa alla presidenza della regione, che ha premiato il campo largo Pd-M5s guidato dalla neo presidente Alessandra Todde. e le sue dimissioni hanno ufficialmente dato il via ai tavoli per individuare il candidato sindaco del capoluogo sardo per le prossime amministrative di giugno. 

Nella sede di Oristano sono iniziati i conclave. Dalle fila dei Riformatori Sardi, in particolare dal segretario del partito Aldo Salaris, è arrivato l’appello agli alleati per indire le primarie a partire proprio dal comune di Cagliari. “È un metodo che non fa parte della nostra tradizione, però se è utile perché no?”, dice al Foglio Pietro Pittalis, deputato e segretario regionale di Forza Italia. “Quando non si trova un accordo tra diverse soluzioni le primarie possono essere un modo per rimettere all’elettorato, non solo del centrodestra, l’indicazione del candidato adeguato alla città”. Tra i diversi nomi in campo per la poltrona di primo cittadino circolano quelli del civico Giuseppe Farris, del forzista Edoardo Tocco e dell’ex assessore al Turismo Gianni Chessa, del Partito sardo d’Azione, che ora insieme alla Lega rivendica la candidatura nel capoluogo dopo il dietro front di Christian Solinas.

Sull’isola il centrodestra vuole evitare gli errori del passato. La ferita delle regionali, dove il 48,8 per cento delle preferenze contro il 42,6 del campo largo non sono bastate per convincere gli elettori attorno al nome di Truzzu, brucia ancora. “È un momento delicato, siamo reduci da una performance che lascia l’amaro in bocca, perciò bisogna cercare di riscuotersi”, ci dice il capogruppo in Senato di Forza Italia Maurizio Gasparri. “Alle elezioni regionali è stato fatto qualche errore e perciò è opportuno che dalle sedi locali riflettano su ciò che può essere utile per la coalizione”. Le primarie? “Se possono unire la maggioranza e rivelarsi uno strumento di mobilitazione sono d’accordo. D’altronde sono un esercizio attivistico e può darsi che il centrodestra locale ora ne abbia bisogno”, prosegue il senatore, che però avverte: “Le primarie possono essere uno strumento simpatico ma poco chiaro. Non sempre premiano il migliore. Diciamo che funzionano un po’ come i sondaggi: a volte indovinano a volte no. Alla fine è un atto di fede crederci”.