Pasticci a sinistra

Taruffi&Baruffi. Basilicata, Piemonte e gli altri guai del duo Pd

Gianluca De Rosa

A loro due la segretaria Elly Schlein ha assegnato l'arduo compito di calare nella realtà il campo largo con il M5s. I primi risultati sono pessimi

Li accomunano la testa pelata, la montatura degli occhiali da dirigente di partito e l’accento emiliano. Il primo, ex Rifondazione e Sinistra italiana, è uno schleiniano della primissima ora, viene da Porretta Terme, sull’appenino emiliano, a un tiro di schioppo da Pavana, il paese di Francesco Guccini, che è un suo accanito supporter. L’altro è di Carpi, nel modenese, è un fedelissimo di Stefano Bonaccini e garantisce la “gestione unitaria” della segreteria nelle trattative politiche del Pd. Se Giulio Cesare aveva come luogotenente in Gallia Tito Labieno, Elly Schlein, con successo per adesso decisamente minore, ha Igor Taruffi e Davide Baruffi, il duo in rima al quale la segretaria ha affidato l’arduo compito di concretizzare il “testardamente unitari”, il campo largo da costruire con il M5s e, se possibile, anche con Carlo Calenda e Matteo Renzi. Gli “Uffi”, come li chiamano ormai nel Pd, sono insomma due dei principali protagonisti del disastro politico che si è consumato negli scorsi giorni in Basilicata. E’ toccato a loro trattare da un lato con Paola Taverna, l’ex senatrice grillina, oggi responsabile enti locali del Movimento: “Ao, ma lo volete capì che a noi quel nome non ci va bene”. Dall’altro, con il volpone Angelo Chiorazzo e il rissosissimo Pd lucano, schierato in buona parte proprio con l’imprenditore e con Roberto Speranza. L’ex leader di Articolo 1, pur di non candidarsi, si è fatto democristiano ed è diventato il principale sponsor di Chiorazzo, prima che suo, già amico di Andreotti e Gianni Letta.


Inevitabilmente per gli “Uffi” le cose non si sono messe bene sin da subito. Spediti a Potenza da Schlein a inizio marzo per fermare la candidatura di Chiorazzo, sono finiti nel mirino della maggioranza degli esponenti della direzione del Pd lucano. Beccandosi, dopo sette ore di riunione, gli improperi dei tanti sostenitori del fondatore della coop bianca Auxilium. “Vai a casa, tornatene a Bologna, coglione!”, hanno gridato contro il povero Taruffi, con tanto di audio finiti online sul Quotidiano del Sud. Lui aveva interrotto la seduta ed era tornato in Emilia, mentre quelli, incuranti delle sue parole, avevano confermato il sostegno del Pd alla candidatura di Chiorazzo. Per cercare di sbloccare la situazione è toccato sempre a Baruffi e Taruffi organizzare l’incontro tra Chiorazzo, ormai diventato leader nazionale, ed Elly Schlein (e Giuseppe Conte). Si è arrivati così, dopo un’infinita girandola di nomi bruciati, a quello dell’oculista Domenico Lacerenza, il candidato a sua insaputa. In meno di 24 ore però, tra gli strali di Marcello Pittella e Azione – “Non ci hanno nemmeno chiamato” –, e dei corrazziani del Pd, gli “Uffi” sono stati costretti a riaprire il tavolo. Ma con una promessa: sul nome non si tratta perché “Elly ci ha messo la faccia”. Facile a dirsi. Da subito hanno cominciato a circolare notizie di un possibile ritiro dell’oculista. Per smentirle, la coppia dem ha fatto circolare una velina: “Lo stesso primario del dipartimento di oculistica di Potenza considera prive di fondamento le voci di un suo ritiro”. Poi,  hanno deciso di preparare in fretta e furia una conferenza stampa per sabato pomeriggio per blindare la candidatura. Troppo tardi. Poco prima è arrivata la smentita della smentita fatta dal diretto interessato, il dottor Lacerenza: “Mi ritiro”. Il finale lo conosciamo: Pd e M5s sosterranno la candidatura del presidente della Provincia di Matera Piero Marrese, Chiorazzo correrà per conto suo, mentre Azione e Italia viva sosteranno il candidato del centrodestra, il governatore uscente Vito Bardi. Un suicidio perfetto.


Chiuso il fronte lucano, gli “Uffi” hanno messo la testa sul Piemonte, dove da mesi le trattative con il M5s non decollavano. Hanno convinto i due candidati forti, la deputata Chiara Gribaudo e i consigliere regionale Daniele Valle, a ritirarsi, per scegliere Gianna Pentenero, assessora a Torino vicino alla Cgil, un nome considerato più potabile per il M5s. Ieri però è arrivato il due di picche di Conte: “Il Pd ha fatto una fuga in avanti, procederemo a designare una nostra candidata”.