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editoriali

No, non è vero che c'è un nuovo condono

Redazione

La nuova rateizzazione dei debiti tributari introdotta dal governo non è un regalo agli evasori

Anche, e forse soprattutto, con il decreto sulla riscossione portato ieri in Consiglio dei ministri il governo sta cercando di muoversi nello spazio tra il ricorso periodico (e vergognoso) ai condoni e il compiacimento per la durezza fiscale formale e per l’inflessibilità fine a sé stessa. E’ certamente uno spazio di ragionevolezza quello in cui si sta cercando di tradurre in legge e in testi unici la delega fiscale. Nel caso della riscossione si punta sulla massima disponibilità verso chi è debitore verso il fisco ma si trova in condizioni di difficoltà economica. Con la rateizzazione su 10 anni, in 120 rate, l’allungamento dei termini di pagamento diventa tale da dare una possibilità molto concreta a pressoché tutti i contribuenti.

Tra loro ci sarà certamente una quota di opportunisti, ma di fronte a una dilazione così generosa saranno anche loro invogliati a venire allo scoperto. Si tratta di quel mondo non piccolo fatto da persone recuperabili a un rapporto decente col fisco, verso le quali non serve il puro uso della minaccia e delle sanzioni. Mentre, in ogni caso, accanto alla rateizzazione, va avanti il rafforzamento degli strumenti di recupero dei crediti fiscali anche attraverso azioni reali, pignoramenti, blocchi amministrativi. Con la possibilità di concentrare il lavoro duro di riscossione in modo mirato anche grazie alla graduale pulizia del magazzino delle cartelle. Dopo cinque anni l’agenzia di riscossione potrà tentarne il recupero coattivo oppure riaffidarle all’Agenzia delle entrate per far verificare l’esistenza di qualche cambiamento nella situazione reddituale o patrimoniale del contribuente. Sembra un meccanismo farraginoso ma è in realtà molto più rapido e diretto dell’attuale. E soprattutto consente di ridurre gradualmente il perimetro dell’evasione o del mancato pagamento con progressi piccoli ma continui. E’ un lavoro che ha bisogno di tempo e di stabilità politica, ingredienti non sempre garantiti in Italia e che forse sono essenziali per la riuscita di qualunque tentativo di riforma e in qualsiasi settore.

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