Il colloquio
Meloni alle mostre di Tolkien e Berlinguer. E quella a Colle Oppio? Rampelli: "L'aspettiamo"
Ha inaugurato la mostra alla Gnam sullo scrittore brittanico, si è persino avventurata tra falci e martelli all'allestimento sullo storico segretario del Pci. Adesso l'attendono alla mostra nella storica sezione del Msi dove è cresciuta. "Sono sicuro che verrà", dice il vicepresidente della Camera ed ex maestro politico della premier
“Sono sicuro che Giorgia Meloni verrà a visitare anche la mostra a Colle Oppio, c’è tempo, dura fino a giugno”. Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera di FdI, è riuscito in un colpaccio: far riaprire la storica sezione del Msi di Colle Oppio, il garage politico del melonismo dove l’architetto-gabbiano ha fatto da maestro a tanti dirigenti della destra romana che oggi hanno traslocato a Palazzo Chigi. Da Giorgia Meloni al ministro Francesco Lollobrigida. La destra era stata sfrattata senza pietà da questi 70 metri quadri sotto terra di proprietà del comune di Roma nel 2017 dall’allora sindaca di Roma Virginia Raggi. Dalle pareti erano stati rimossi i ritratti di Evola, Papini, Degrelle e degli altri scrittori innalzati a totem dalla destra romana. Ma quest’estate, grazie a un accordo con il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, di cui si è fatto promotore proprio Rampelli, la sezione è tornata in vita. Il Campidoglio l’ha consegnata a titolo gratuito al “Comitato dieci febbraio”, un’associazione di esuli istriani e dalmati, per l’allestimento di una mostra dedicata alla tragica storia di Norma Cossetto, studentessa istriana uccisa dai partigiani jugoslavi nella foiba di Villa Surani. E allora qualcuno ha cominciato a domandarsi: ma Giorgia Meloni andrà a visitarla? La premier tornerà a fare un giro in questa catacomba che è stata la sua palestra politica? D’altronde negli ultimi mesi la premier, pur presa da un’agenda fittissima, ha trovato il tempo per diverse visite museali. A metà novembre ha inaugurato personalmente la mostra su Tolkien, fortemente voluta dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e allestita alla Galleria d’arte moderna di Roma. Un passaggio obbligato per omaggiare lo scrittore brittanico che ha creato l’universo fantasy che è stato nutrimento simbolico per la destra. Eppure è proprio a Colle Oppio che la premier ha conosciuto meglio tutto quell’apparato quasi mistico che ruota intorno all’universo tolkeniano in cui la destra ex fascista ha trovato una nuova simbologia di valori.
Ma non è bastato Tolkien. Accompagnata dal curatore ed ex tesoriere dei Ds, Ugo Sposetti, la scorsa settimana la premier è andata a visitare anche la mostra, allestita al Mattatoio di Testaccio, su Enrico Berlinguer. In quell’occasione, Meloni ha lasciato sul libro dei visitatori anche una dedica dal sapore ammiccante: “Il racconto di una storia, politica. E la politica è l’unica possibile soluzione ai problemi”. Tutto bello, anzi Bellissimo. Altro che fascismo. Meloni tra le falci e i martelli a omaggiare la forza della politica quando, a prescindere dalle parti, è fatta sul serio e con passione. Ma a Colle Oppio? E le foibe? L’allestimento è aperto ormai da inizio dicembre, ma l’ex gabbiana oggi capa del governo nella vecchia sede dove è nato tutto, compresa la sua di passione politica, ancora non si è vista. Non sarà che la premier ha dimenticato le sue origini? “Macchè”, assicura Rampelli. “Vedrete Giorgia verrà, noi l’aspettiamo, d’altronde la mostra è aperta fino a giugno, c’è tutto il tempo, sono certo che non mancherà”. E però per due mesi ancora non si è vista e, a dire il vero, non solo lei, quasi nessun esponente del governo è tornato a Colle Oppio. “E’ stata solo sfortuna”, assicura Rampelli. “Per il giorno del ricordo sarebbero dovuti venire sia il ministro Gennaro Sangiuliano, sia Arianna (la Meloni sorella, plenipotenziaria di Fdi ndr). Avevamo organizzato un evento con i paracadutisti, ma il meteo ci ha costretto ad annullare tutto”. E la premier, lei non doveva venire nemmeno in quell’occasione? “Giorgia – dice Rampelli – quel giorno non era prevista perché si trovava giustamente a celebrare la stessa tragedia nel luogo più indicato per farlo, la foiba di Basovizza. Comunque verrà nelle prossime settimane anche alla mostra, ne sono sicuro”.
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