il blitz

Meloni visita la mostra su Berlinguer: "L'unica soluzione ai problemi è la politica"

Simone Canettieri

La premier a sorpresa al Mattatoio di Testaccio rende omaggio allo storico segretario del Pci. Prima di lei oggi pomeriggio Achille Occhetto

Lo aveva promesso allo storico tesoriere dei Ds Ugo Sposetti e alla fine, a tre giorni dalla chiusura della mostra su Enrico Berlinguer, Giorgia Meloni si è presentata al Mattatoio di Testaccio.

Quello della premier è stato il tributo "di una politica", dicono gli organizzatori con una certa soddisfazione, al leader del Partito comunista, simbolo mai dimenticato della sinistra italiana. Quando morì, la capa della destra aveva sette anni.

La visita di Meloni è stata anticipata, ironia della sorte, da quella di Achille Occhetto, ultimo segretario del Partito comunista. Dunque Sposetti, organizzatore della monumentale iniziativa, si è trovato prima a fare da cicerone all'uno e poi all'altra. 

La premier e presidente di Fratelli d'Italia ha passeggiato per i due padiglioni della mostra tra falci e martelli, documenti, articoli di giornale (fra cui c'è quello di Repubblica con l'omaggio di Giorgio Almirante davanti alla bara del segretario a Botteghe oscure), foto, contributi video dedicati alla storia, diventata mito, di Berlinguer, a quasi 40 anni dalla sua scomparsa. 

Al termine del blitz, Meloni ha lasciato una dedica sul libro degli ospiti: "Il racconto di una storia, politica. E la politica è l'unica possibile soluzione ai problemi", ha scritto con una penna verde alla Togliatti.

La mostra su Berlinguer terminerà l'11 febbraio, lo stesso giorno chiuderà i battenti quella dedicata a Tolkien, padre dell'immaginario del melonismo. A questo punto le manca un'ultima mostra da visitare: quella dedicata Norma Cossetto (uccisa dai partigiani titini nei pressi della foiba di Villa Surani) organizzata nella storica sede della destra romana di Colle Oppio da Fabio Rampelli.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.