Massimiliano Fedriga (ansa)  

Le parole del governatore

Fedriga: "Israele? Facile dire facciamo la pace. Cessate il fuoco significa un altro 7 ottobre"

Redazione

Su Israele "non condivido le posizioni di alcuni stati e alcuni leader occidentali", dice il presidente del Friuli Venezia Giulia. "Vannacci alle europee? È fondamentale la rappresentanza dei territori". E sul terzo mandato: "I cittadini devono poter scegliere chi votare"

"Io credo che l'unica via per riportare la pace in quell'area massacrata, e per tutelare la popolazione civile di Gaza usata come scudo umano, sia estirpare Hamas", così in un'intervista a La Stampa, il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha commentato le posizioni assunte in questi giorni dal Parlamento, dall'Europa e dagli Stati Uniti, nei confronti di Israele.

"Sono molto preoccupato, vedendo anche alcune posizioni europee, perchè mi sembra che si stia mettendo in discussione Israele", ha dichiarato il governatore leghista. "Vogliamo che Gaza continui a essere un avamposto del terrorismo dove scuole, ospedali e persino sedi delle agenzie Onu vengono usati come basi del terrore? I terroristi che governano Gaza hanno detto esplicitamente di essere contrari alla soluzione dei due stati perchè Israele non deve esistere"

Dall'insofferenza del presidente statunitense Joe Biden verso il primo ministro Benjamin Netanyahu alle parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha parlato di "reazione sproporzionata di Israele". Fino alla decisione astenersi dalla mozione dei dem sul cessate il fuoco, arrivata dopo il colloquio telefonico tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria Pd Elly Schlein, il governatore non condivide la posizione degli alleati. "È troppo facile, e capisco anche molto più premiante dal punto di vista dell'opinione pubblica, dire facciamo la pace", ribatte. "Però bisogna confrontarsi con la realtà dei fatti. Un cessate il fuoco che non preveda le condizioni dettate da Israele significherebbe il proliferare di Hamas, e fra qualche anno, un altro 7 ottobre". E sulle dichiarazioni del segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin, che ha definito le operazioni militari di Israele a Gaza "una carneficina", Fedriga è netto. "Non condivido per nulla queste parole. Esattamente come non condivido le posizioni di alcuni stati e alcuni leader occidentali". 

Il governatore leghista è tornato poi su un'altra questione che divide la maggioranza, quella del terzo mandato, dopo l'alt di Fratelli d'Italia all'emendamento con cui il Carroccio puntava a rimuovere il limite dei due mandati per i presidenti regionali. "Bisogna chiedersi se è giusto o no che i cittadini possano scegliere. Anche la possibilità, che io condivido, del terzo mandato per i comuni sotto i 15 mila abitanti, è in netta contrapposizione con la logica di non dare il terzo mandato ai governatori e ai sindaci delle città più grandi", dice Fedriga. Lo scontro si gioca soprattutto in Veneto dove il partito di Meloni, forte del suo 32,7 per cento alle politiche ora rivendica la roccaforte leghista guidata da Luca Zaia. "Le regole di partecipazione democratica al voto devono partire sempre da questioni di principio, non dalle opportunità del momento di uno o dell'altro", spiega il presidente friulano. "Dire che uno non può candidarsi a prescindere dal consenso e dalla volontà degli elettori è sbagliato e poco lungimirante". E sull'ipotesi di una corsa in solitaria di Zaia dice: "Mi sembra singolare pensare al Veneto mettendo fra parentesi un governatore che ha preso più del 70 per cento all'ultima tornata elettorale. Zaia ha da dire la sua, e deve dire la sua, perchè i cittadini veneti lo apprezzano". 

Nonostante le tensioni che sembrano attraversare la maggioranza di governo, Fedriga non ha dubbi: "il centrodestra deve restare unito. L'unità e la capacità di fare sintesi sono il valore della nostra coalizione". Intanto a giugno si vota per il parlamento europeo e la Lega sembra in affanno. Qualcuno teme il sorpasso di Forza Italia, mentre è in corso il toto nomi per le candidature come capolista nelle diverse circoscrizioni. Tra i nomi designati a guidare la circoscrizione Nord-Est spunta quello del generale Roberto Vannacci, che però non sembra convincere Fedriga. "Io penso che sia utile che nelle lista europee ci siano delle persone che hanno visibilità nazionale. Però è fondamentale che ci sia una forte rappresentanza dei territori".  

Infine, il governatore leghista e presidente della Conferenza stato-regioni è tornato sul fine vita dopo la decisione dell'Emilia Romagna, che con una delibera ha provato qualche giorno fa dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale. "Per l'avvocatura dello Stato le regioni non possono legiferare su un tema di competenza nazionale", ha dichiarato. "Il rischio è quello di una disomogeneità. Per questo in Friuli Venezia Giuli abbiamo fatto la scelta di non entrare nemmeno del merito della proposta della "Luca Coscioni" che io personalmente non condivido, ma di operare in un senso di trasparenza verso i cittadini. Quello che una regione può fare, e lo stiamo facendo, è potenziare le cure palliative. Si parla della vita delle persone", ha concluso.