Elly Schlein (LaPresse)

Paseggiate romane

Il Pd alza l'asticella per la sopravvivenza di Schlein. Sindrome di accerchiamento

Il 20 per cento non basterà a evitarle il processo nel dopo voto, alle europoee servirà fare meglio. La segretaria però ne è perfettamente conscia ed è pronta a combattere perché non ha intenzione di favorire i progetti dei suoi avversari interni. Intanto si pensa alla candidatura di Tarquinio, mentre Zingaretti ha altri progetti

C’è un certo fermento nel Partito democratico per la decisione della segretaria di far interpellare Marco Tarquinio su una sua possibile candidatura alle elezioni europee. L’ex direttore dell’Avvenire viene giudicato dai riformisti troppo fuori linea rispetto al conflitto in Ucraina. Il giornalista ha ricevuto anche un’offerta personalmente da Fratoianni, ma siccome non è affatto detto che i rosso-verdi riescano a entrare nel Parlamento europeo è assai probabile che se alla fine decida di candidarsi lo faccia come indipendente nel Pd. E la cosa non convince non solo i riformisti ma anche la delegazione europea dei dem che, salvo eccezioni, tra cui Massimiliano Smeriglio che però se ne è andato, sulla politica estera è soprattuto sull’Ucraina ha una linea abbastanza univoca.
 

Sono in molti a chiedere che cosa abbia veramente intenzione di fare Nicola Zingaretti. L’ex segretario del Pd ha deciso di non candidarsi alle europee. E la sua è stata una decisione che ha spiazzato molti visto che con più di un compagno di partito non aveva fatto mistero di voler andare in Europa. Zingaretti ha anche negato di aver deciso di restare in Italia per provare a correre come sindaco alle prossime elezioni capitoline. “Ma figuriamoci. O Gualtieri rinuncia a correre oppure è impossibile che il Pd non lo ricandidi, quindi questa storia non esiste”, ha assicurato lui a qualche dem romano. E allora? I più smaliziati nel Pd guardano con attenzione a tutto il lavorio che l’ex segretario sta facendo con la fondazione che ha ereditato da Giani Cuperlo, la fondazione Demo. Zingaretti l’ha rivitalizzata e sta cercando di aprirla anche a mondi che non sono direttamente connessi con il Partito democratico. E sta cercando anche una sede a Roma per lanciare il suo progetto. Tanto che a qualcuno è venuto in mente che questa operazione possa essere una “Piazza grande numero due”, la sua personale Leopolda che usi come trampolino di lancio per diventare segretario del Pd. Che Zingaretti, che ha molti ammiratori nel Pd, nutra ancora ambizioni di calcare la scena della politica nazionale da leader? Che Zingaretti possa coltivare simili sogni, del resto, non può suonare troppo strano dal momento che quasi tutti i leader del Partito democratico stanno già pensando al dopo Schlein.
 

Al Pd raccontano che persino Gualtieri, che pure ha pubblicamente dichiarato di voler correre per un secondo mandato al Campidoglio, abbia a un certo punto pensato di poter aspirare a prendere nelle sue mani la guida del Partito democratico. Ovviamente Schlein sa che intorno a lei sono in corso strani movimenti e per questa ragione soffre ormai di una sindrome di accerchiamento. E' la ragione che la spinge a candidarsi alle europee per tentare il tutto per tutto ed evitare il prepensionamento. Qualcuno nel suo staff le ha suggerito tempo fa di non fare la capolista in tutte le circoscrizioni e lei sta valutando anche questa opzione benché una parte dei suoi sia invece contrarissima a questa opzione: la gente non capirebbe questa mossa. 


Per come si sono messe le cose, comunque, il Pd dovrà andare di almeno due punti percentuali sopra la soglia del 20 di cui sembrava accontentarsi prima la segretaria. Il 20 non basterà a evitarle il processo nel dopo voto. Ed Elly ne è perfettamente conscia anche se è preparata a combattere perché non ha intenzione alcuna di favorire i progetti dei suoi avversari interni. Lei, in caso di difficoltà, non si dimetterà mai come hanno fatto in passato i suoi predecessori. Non è un caso infatti che la leader dem ci tenga a ricordare più volte che intende arrivare sino a fine mandato.