Pd compatto (o quasi)

Schlein unisce il Pd sul cessate il fuoco a Gaza. Ma in Veneto scoppia il caso Bigon

Gianluca De Rosa

Tre ore di riunione dei gruppi parlamentari per convergere sulla mozione sul medio oriente. Ma l'allontanamento della consigliera regionale veneta che aveva votato contro la legge sul fine vita di Zaia  manda i cattolici dem in subbuglio: "E' un brutto segnale"

Elly Schlein è galvanizzata. La riscossa è partita.  Sanità e salario minimo e si punta a superare il 20 per cento alle europee. Notizia buona: la segretaria ha compattato il partito sul Medio Oriente. Notizia cattiva: in Veneto scoppia il caso Anna Maria Bigon, la consigliera regionale che aveva votato contro la legge sul fine vita, proposta da Zaia, è stata sospesa dal ruolo di vicesegretaria del Pd della provincia di Verona.

 

Dopo il botta e risposta di mercoledì con la premier Giorgia Meloni sulla sanità, Schlein è tornata in fiducia. Persino Vincenzo De Luca si è complimentato: “Per la prima volta dai banchi dell’opposizione è stato sollevato un problema concreto”, ha detto. In mattinata dunque, forte del nuovo successo, Schlein ha riunito i suoi nella sala Berlinguer di Montecitorio. Obiettivo? Mostrare la compattezza del partito anche sulla politica estera. Con una voce articolata, certo, ma unica.  Ha deciso di portare in Aula alla Camera una mozione sul medio oriente per chiedere al governo di impegnarsi per un cessate il fuoco umanitario  a Gaza. “Anche Meloni è per i due popoli e due stati? E allora voti la nostra mozione”. Alla fine della riunione anche i più sensibili alle istanze di Israele dentro al Pd sembrano soddisfatti. Piero Fassino commenta: “Bene. Un testo equilibrato”.  Lorenzo Guerini se ne va un po’ prima. Lo accompagna direttamente la segretaria e sono baci e abbracci. Poi Guerini e Schlein si chiudono per qualche minuto dentro una stanza. Lui esce raggiante: “Alla mozione hanno lavorato bene”, dice prima di aggiungere: “Guardate che con la segretaria ci sentiamo più spesso di quello che pensate”. Insomma, sintetizza Enzo Amendola all’uscita: “Il Pd è compatto”. Compattissimo. Sia chiaro, non è stato facile. Per evitare quanto accaduto con le mozioni sull’Ucraina qualche settimana fa – quando proprio Guerini e altri sette parlamentari, in dissenso alla linea del partito, votarono la mozione del governo – prima della riunione alla ricerca di una linea comune hanno lavorato in tre. Oltre al responsabile esteri della segreteria  Schlein, Peppe Provenzano, il senatore Alessandro Alfieri ed Enzo Amendola. Un lavoro di mediazione che ha portato a un testo davvero articolato. Quattro pagine di premesse e nove “impegni” per il governo. Si parte, sia chiaro, dalla condanna senza se e senza ma degli “attacchi terroristici” di Hamas del 7 ottobre. Poi, negli impegni, si spazia su qualunque cosa. Dal “cessate il fuoco immediato”, al “riconoscimento da parte della Ue dello stato di Palestina”, all’impegno per attuare al più presto le sanzioni contro Hamas, alla proposta di un pacchetto di sanzioni “contro i coloni in Cisgiordania”, fino al ripristino degli aiuti alle Ong italiane che operano in Palestina e al sostegno  alle “iniziative europee per garantire la sicurezza della navigazione nel mar Rosso”. Tutto questo in linea con “la lunga e consolidata tradizione diplomatica conquistata dall’Italia”.  “Magari il mondo fosse ordinato e avesse il buon senso delle mozioni del Pd”, ironizza qualcuno. L’unica un po’ crucciata sembra essere Lia Quartapelle che lascia prima la riunione ma comunque garantisce: “Se la mozione rimane quella la voto”.


La mozione è stata calendarizzata per lunedì, ma è molto complicato che possa essere discussa davvero quel giorno, il voto potrebbe slittare a metà febbraio. Il timore sono i testi che entro il giorno della discussione potrebbero presentare le altre forze politiche, in particolare il M5s. Da via di Campo Marzio fanno già sapere: “Noi proporremo anche uno stop all’invio di armi a Israele. E il Pd che farà?”. 


Ma poi c’è il caso Veneto: la purghetta contro Bigon. Schlein che dopo il voto sul fine vita aveva definito il comportamento della consigliera regionale “una ferita”, nega di sapere qualcosa del suo allontanamento dalla segreteria provinciale. “E’ una decisione del segretario provinciale  Bonfante”.  Ma i cattolici dem sono in subbuglio: ”E’ un brutto segnale”, dice Graziano Delrio.